Turismo: occupazione in calo nell’estate da tutto esaurito Numeri impietosi, comunque migliori della batosta invernale
Il Covid ha inciso sull’occupazione nei settori legati al turismo nell’estate del 2020? Naturalmente la flessione c’è stata e – secondo i dati rilevati dall'Osservatorio del Mercato del Lavoro dell’Ente Bilaterale regionale del Turismo – è stata pari al meno 15,7 per cento.
Nell’indagine realizzata dall’Osservatorio sono stati presi in considerazione i dati della stagione estiva 2020, i mesi che vanno da giugno a settembre, e sono stati messi a confronto con numeri della stagione estiva precedente, quella del 2019, considerando sempre lo stesso periodo, da giugno a settembre. Nell’indagine dell’Ente Bilaterale regionale del Turismo il settore dei ristoranti rappresenta il 36 per cento del totale delle aziende, mentre quello alberghiero raggiunge il 29 per cento. Infine i bar con una percentuale pari al 20 per cento. Il confronto delle 2 stagioni indica una variazione in negativo nel numero delle aziende iscritte all’Ente, che passa da 1.044 a 1.028, con una variazione percentuale pari a meno 1,53 per cento.
In particolare sono 151 le aziende che non hanno versato le quote nella stagione estiva 2019 e che hanno iniziato o ripreso ad effettuare i versamenti nella stagione estiva 2020, mentre 167 aziende che versavano la quota nell’estate 2019 non hanno effettuato alcun versamento nel 2020.
Ciò non significa necessariamente - come viene sottolineato nel rapporto - la chiusura di 167 aziende e l’apertura di 151 ditte. Infatti quelle che non hanno versato la quota potrebbero aver continuato ad essere attive senza assumere personale dipendente nella stagione estiva 2020. Allo stesso modo le aziende che sono state definite «nuove» potrebbero non essere di nuova costituzione, ma avere iniziato o ripreso a versare le quote all’Ente in seguito alle assunzioni di personale dipendente effettuate nella stagione estiva 2020 e non in quella precedente.
In particolare, per ciò che riguarda l’estate 2020, da 306 alberghi si è passati a 299, i ristoranti da 384 a 373, mentre i bar sono scesi da 216 a 204. Sono aumentate le agenzie di viaggio, salite da 5 a 8, così come i campeggi: da 21 a 23.
La situazione occupazionale nel settore turistico ha registrato nel 2020 un calo per quasi tutti i comparti. Le variazioni negative più importanti riguardano i pubblici esercizi. Un calo significativo, però meno «impattante» rispetto a quello invernale, che in base ai dati dell’Osservatorio aveva superato il 40 per cento. Nella scorsa estate infatti l’occupazione è scesa del 15,7 per cento.
Entrando nel dettaglio, per ciò che riguarda gli alberghi a fronte di 2.142 dipendenti nel 2019, nell’estate del 2020 i dipendenti erano solo 1.727. Nei ristoranti rispetto ai 1.400 di 2 anni fa l’estate scorsa ne erano presenti 1.243, nei bar solo 470 rispetto a 533 del 2019. Decrescita anche nei rifugi alpini, con 131 addetti a fronte dei 178 dell’estate precedente, 69 nei campeggi rispetto agli 81 del 2019. In diminuzione pure gli occupati nelle agenzie di viaggio, passati da 30 a 19 addetti.