Turismo, meno restrizioni nel Regno Unito Squillano i telefoni per le prenotazioni

Turismo, meno restrizioni nel Regno Unito Squillano i telefoni per le prenotazioni
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Nei principali comprensori sciistici valdostani qualcosa si muove: sembrano essere arrivati i turisti stranieri, Regno Unito in testa, e si attenuano le preoccupazioni. Le presenze dalla Gran Bretagna rilanciano la stagione, anche se non si è ancora ai livelli del 2019. Sotto un sole quasi primaverile - e questa è un’arma a doppio taglio, per l’assenza di nevicate - Pila torna a parlare inglese. L’allentamento delle restrizioni anti-Covid nel Regno Unito deciso dal premier Boris Johnson porta a meno cancellazioni e a più prenotazioni di inglesi e scozzesi, dalla prima settimana di febbraio fino a marzo e perfino a Pasqua, neve permettendo, visto che Pasquetta sarà il 18 aprile.

Circa 7.400 persone hanno trascorso lo scorso fine settimana nel comprensorio Monterosa Ski. Ben al di sotto delle oltre 9.000 presenze contemplate dal numero chiuso imposto per la zona arancione. «Le vacanze di Natale erano andate discretamente. Ci preoccupa il futuro per la mancanza di stranieri e per i numerosi positivi in Italia, che determinano un calo delle presenze. Da un confronto con i colleghi del settore alberghiero della Val d'Ayas, per febbraio si prevede un calo di fatturato a febbraio del 25-30 per cento», dichiara Giorgio Munari, amministratore delegato della società che gestisce il domaine skiable.

Un barlume di speranza arriva dalla drastica riduzione delle msure anti-Covid nel Regno Unito: «Non telefonano più per cancellare, ma per spostare in avanti le prenotazioni» racconta Elena Becquet, referente locale dell'Adava. «Questo ci fa capire che le persone non vedono l’ora di venire a sciare. Il problema è che le notizie si modificano di giorno i giorno. Da febbraio forse si allenteranno un po’ anche le nostre misure restrittive, poiché il picco sembra essere arrivato all’apice. Sui fine settimana non abbiamo perso clientela, però abbiamo continue cancellazioni e riprenotazioni, che non consentono di programmare il lavoro. Rispetto all’anno scorso almeno siamo aperti».

Un sostegno per la ripresa è atteso dal nuovo decreto sostegni del Governo che, tra le misure, ha inserito compensazioni per fronteggiare l'aumento dei costi energetici. «Le bollette sono più care del 30 per cento» rileva Christian Paraschiv, ristoratore ad Antagnod di Ayas. «A differenza di altre aree del Paese, per esempio dell'Appenino emiliano, i rincari per ora non hanno avuto un impatto sui conti degli impianti di risalita valdostani» precisa Giorgio Munari, «Perché grazie ai contratti firmati, fino a tutto marzo possiamo ancora contare su una tariffa fissa. Solo in seguito avremo ripercussioni intorno al 30 per cento per l’aumento del costo dell’energia».

Anche se questa settimana si è visto qualche inglese a Courmayeur, i numeri sono sempre limitati. «Le prenotazioni vanno molto a rilento» riferisce Alessio Berthod, referente locale dell'Adava. «Il confronto rispetto agli anni pre-Covid è impietoso: meno 50 per cento. Forse farà la differenza se dovesse nevicare, perché i britannici sono molto sensibili all’innevamento. Il cambio di normative influirà dalla seconda parte di febbraio, quando inizieranno anche i loro periodi di vacanza, dal 12 o dal 19 a seconda delle regioni».

Molto bene gli svedesi

Buone notizie per quanto riguarda gli svedesi dall’Hotel Marmore-Sts Alpresor di Breuil-Cervinia, interamente dedicato a loro. Da dicembre è sempre stato alto il trend delle prenotazioni. Da fine gennaio inizia l’alta stagione e, da questo fine settimana, l’occupazione delle camere arriva al 92 per cento. Nessuna cancellazione per febbraio.

L’allentamento delle restrizioni ha iniziato a dare i suoi frutti per i tour operator. Interski, che opera a Courmayeur, la Thuile e Pila (qui anche per i gruppi scolastici), ha visto un aumento di adulti e famiglie e ha il primo gruppo scolastico questo fine settimana. «Siamo fiduciosi per le ultime tre settimane della stagione, dal 26 marzo al 18 aprile» dichiara Buster Cheetham, Resorts Director. «Ora vi è più movimento, ma niente di rilevante. I gruppi scolastici necessitano di un’organizzazione a medio-lungo termine. In più tra la prima e la seconda dose devono passare 12 settimane e fino a quel momento gli over 12 non dispongono del Super Green pass».

«Ogni giorno che passa cresce l’ottimismo. - per Joe Ponte, ceo Inghams, tour operator che nella nostra regione opera a Breuil-Cervinia, Gressoney e Courmayeur - Le prenotazioni sono oltre le aspettative e oltre i livelli pre-pandemia. Le nuove regole sul tampone per rientrare nel Regno Unito ci favoriscono».

«Siamo in lenta ripresa, dopo la batosta di gennaio dovuta alle nuove varianti del virus e relative cancellazioni» aggiunge Simon Brown di Ski Champoluc. «Sto vendendo molto bene per il periodo dal 26 marzo al 18 aprile, al target famiglie con figli 3-11 anni. Dovrei avere 100 persone a settimana.Fare solo il tampone 24 ore prima del volo per l’Italia agevola. Certo, il fatto che gli hotel abbiano offerto prenotazioni in cui si paga la caparra solo 14 giorni prima della partenza per noi è un problema. Se lasciamo la libertà di non pagare è rischioso, anche perché dobbiamo prenotare in anticipo anche i voli, EasyJet per esempio alza i prezzi se si acquista il biglietto all’ultimo minuto. Inoltre, nel Regno Unito la prima dose di vaccino per la fascia 12-15 anni è stata a novembre e occorre aspettare 12 settimane prima della seconda, che dà diritto al Super Green pass».

L’appello di Th Group, colosso da mille camere

«La Valle d’Aosta rischia di andare in zona rossa perché manca una decina di posti letto in terapia intensiva, per di più già finanziati. E se questo accadrà sarà un disastro per l’intero turismo, perché gli impianti sciistici verranno chiusi per 2 settimane, fioccheranno le disdette fino a marzo-aprile e andrà in fumo il 70-80 per cento del fatturato». E’ l’allarme lanciato da Graziano Debellini, presidente di Th Group, leader in Valle d’Aosta, con 1.000 camere tra Pila, Courmayeur e La Thuile. «Se dovesse scattare la zona rossa, avremmo una tragedia più grave dell’anno scorso, perché quest’anno abbiamo assunto personale e abbiamo programmato. Pioveranno le cancellazioni, però banche e proprietari delle strutture pretenderanno il rispetto degli accordi presi dagli albergatori, visto che comunque siamo rimasti aperti».

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