Tunnel del Monte Bianco, ricordato il tragico incendio in cui morirono 39 persone
Nella seduta di mercoledì scorso, 24 marzo, il Consiglio Valle ha commemorato il 22esimo anniversario della tragedia del rogo nel tunnel del Monte Bianco che causò la morte di 39 persone. «Come Consiglio Valle - ha detto il presidente Alberto Bertin - rinnoviamo la memoria delle 39 vittime, fra le quali 6 valdostani, che perirono nell'incendio ed esprimiamo la nostra vicinanza alle loro famiglie. Ricordiamo anche l'impegno di coloro che hanno prestato soccorso in quei momenti drammatici, a scapito della loro stessa vita». Per il presidente della Regione Erik Lavevaz «Au cours de plus de trente ans, le tunnel a été une possibilité quotidienne de contact direct avec Chamonix et la France: ce jour-là, nous nous sommes rappelés à travers le drame de l’importance de ce lien et de l’ambition de cet ouvrage. La sécurité du tunnel du Mont-Blanc a été mise au centre de travaux importants, où la technologie est au service du transport et de la rapidité de réaction face aux dangers. Il s’agit d’un parcours qui doit être continuel, pour permettre à cet ouvrage d’être mis au jour de façon constante. C’est ce qui est en train d’arriver de nos jours aussi, avec les fermetures nocturnes qui permettront de travailler sur plus d’un kilomètre de route. Cette liaison précieuse entre la Vallée d’Aoste et la Haute-Savoie est un axe indispensable pour l’Europe entière. La coopération entre les deux côtés du Mont Blanc est la seule route à suivre pour projeter le tunnel dans le futur, en gardant la mémoire de ceux qui sont mort il y a vingt-deux ans».
Una drammatica sequenza di eventi e l’eroismo di “Spadino” Tinazzi
Tra le vittime vi furono i i coniugi Maurilio "Nadio" Bovard, sua moglie Nadia Pascal e loro figlia Katia di Quart sulla cui auto viaggiava anche il fratello di Nadia, Valter Pascal di La Salle, e Stefano Manno di Jovençan che era al volante di un camion. A loro va aggiunto Pierlucio Tinazzi, detto Spadino per via della corporatura esile, il motard dipendente della Società italiana di gestione del Traforo del Monte Bianco che sacrificò la sua vita nel tentativo di salvare le persone rimaste imprigionate nella galleria.
La sequenza degli eventi che portò al rogo e alla strage nel Tunnel del Monte Bianco si svolse in una manciata di minuti. Quel giorno, infatti, poco dopo le 10.30 il camionista belga Gilbert Degrave entrò nel traforo sul versante francese con il suo autoarticolato, un Volvo FH12, carico di farina e margarina, diretto in Italia. Alle 10.47 l'autoarticolato prese improvvisamente fuoco, costringendo Degrave a fermarsi dentro al tunnel, creando un ingorgo. Alle 10.51 venne dato un primo allarme che fece chiudere il tunnel sul lato francese alle 10.55 e sul lato italiano alle 10.56. I primi soccorsi vennero allertati alle 10.58 e giunsero sul posto alle 11.09. L'incendio fu domato all'incirca 53 ore dopo poiché le fiamme, per via dei materiali combustibili presenti, si erano ampliate per l'effetto forno che si era venuto a creare, raggiungendo quindi vastissime proporzioni. La schiuma di poliuretano usata per la coibentazione del camion frigorifero belga che causò l'incidente, incendiandosi si trasformò in acido di cianuro, uccidendo in breve tempo 39 persone.