Tunnel del Monte Bianco chiuso per ventuno giorni Albergatori sereni, preoccupazione tra i commercianti

Tunnel del Monte Bianco chiuso per ventuno giorni Albergatori sereni, preoccupazione tra i commercianti
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Il Tunnel del Monte Bianco chiuderà per lavori da lunedì 17 ottobre a lunedì 7 novembre. E’ la prima volta - dall’incendio del 1999 - che nel traforo viene bloccata totalmente la circolazione per un periodo così prolungato, ben 21 giorni. Il fermo si è reso necessario per completare il rifacimento della soletta del traforo e dell’asfalto nell’intero tratto. Per la realizzazione di questi interventi sono stati investiti 48 milioni di euro: 28 per l’impalcato stradale e 20 per il manto.

La chiusura obbligherà automobilisti e camionisti in arrivo dalla Francia a optare per soluzioni alternative per raggiungere la pianura padana, visto che ad esempio il Colle del Piccolo San Bernardo è transitabile solo ai mezzi leggeri.

Il lungo periodo di stop però a quanto pare non preoccupa più di tanto albergatori e commercianti del paese ai piedi del Monte Bianco, visto che il mese di ottobre è ormai «bassa stagione» e prenotazioni e affluenze sono ridotte. «Le strutture sono quasi tutte chiuse, non saremo granché penalizzati. - conferma Danilo Pizzato referente zonale dell’Adava l’associazione che raduna gli operatori della ricettività turistica della nostra regione, e gestore dell’Hotel Pilier d’Angle - Gli alberghi aperti avranno un calo di presenze, però è il periodo giusto per proporre questa chiusura. In pieno inverno sarebbe stato drammatico. La speranza è che si riescano a concludere i lavori entro i tempi stabiliti. Se la chiusura dovesse prolungarsi a dicembre, ciò causerebbe molti problemi in particolare con il turismo estero che sta ripartendo dopo il Covid».

Dello stesso avviso è Alessia Di Addario titolare con la famiglia dell’Hotel Crampon e assessore comunale a Courmayeur: «Noi siamo chiusi fino a dicembre, di conseguenza non ci tocca direttamente. – dichiara - Probabilmente porterà un calo del turismo perché ormai molta gente si muove anche nella bassa stagione ed effettivamente a qualche albergatore potrebbe causare danni». E’ aperto a ottobre l’Hotel Berthod di Alessio Berthod, anche lui referente zonale dell’Adava. «La chiusura del traforo avrà un’influenza marginale, nel fine settimana si lavora bene in ogni caso. - afferma Alessio Berthod - Perderemo le persone che arrivano da Francia e Svizzera per la giornata. Il danno percentuale in sostanza sarà marginale. L’ideale sarebbe stato chiudere a novembre dopo il ponte dei Santi, ma non ci possiamo lamentare».

Non teme gravi ripercussioni neppure Alessandra Garin dell’Hotel Auberge de la Maison. «Per 21 giorni diventeremo una località di fondo valle e non più un punto di passaggio abituale. - sottolinea - Le prenotazioni sono in linea con il 2021, faremo poi un bilancio a fine mese. In futuro potrebbero esserci altre chiusure, ma credo che Courmayeur godrà sempre di una buona affluenza per il suo fascino e la sua notorietà».

Qualche perplessità in più da parte di Ferruccio Truchet dell’Hotel Pavillon. «Noi siamo chiusi e il traforo “off limits” non avrà grandi ripercussioni sulla nostra attività. Resta comunque un disagio economico e un danno non indifferente, anche se chiudere in inverno sarebbe stato un disastro, visto che il collegamento con l’aereoporto di Ginevra verrebbe compromesso».

Più complicata è la situazione dei commercianti di Courmayeur che saranno toccati maggiormente da questa situazione. «Il fermo è stato collocato in uno dei momenti tranquilli dell’anno, perciò non ci terrorizza. - sottolinea Edoardo Melgara, presidente dell’associazione dei commercianti della località - Saremo penalizzati a livello di clientela estera, ma questo provvedimento era inevitabile. Un 20 per cento delle entrate potrebbe essere perso, ma si tratta di una cifra irrisoria se confrontata con il giro d’affari previsto nel periodo invernale. Ci sarà un calo di vendite e di affluenza rispetto allo scorso autunno che fu pazzesco e quasi irripetibile».

Più preoccupato è Marcello Panizzi, titolare di Panizzi Courmayeur Mont Blanc (punti vendita a Courmayeur, La Thuile e Morgex), formaggi e prodotti caseari in genere. «Nel 1999 perdemmo il 25 per cento del giro d’affari, ma il fermo fu di 2 anni e mezzo. - precisa - Ora è difficile definire l’ipotetico calo, sicuramente sarà un periodo negativo e porterà meno profitti. Il fatturato potrebbe ridursi del 30 per cento. Noi abbiamo clienti in Francia ai quali non potremo portare la merce, il traffico transfrontaliero è importantissimo per Courmayeur. Sul breve termine il danno sarà maggiore rispetto al 1999».

Da sinistra Danilo Pizzato dell’Hotel Pilier d’Angle, Edoardo Melgara presidente dell’associazione commercianti di Courmayeur e Marcello Panizzi titolare dei negozi di prodotti lattiero caseari

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