Tunnel del Monte Bianco chiuso, formazione e cassa integrazione per i dipendenti
Ben 18 anni di chiusura ad intermittenza per un periodo di circa 3 mesi e mezzo l’anno (dall’inizio di settembre alla prima quindicina di dicembre). La galleria lunga 11,6 chilometri che unisce Italia e Francia è sottoposta a un piano di manutenzione e rinnovamento con chiusure annuali programmate. Sono un centinaio i lavoratori attualmente in forza alla Società del Tunnel del Monte Bianco che in questo periodo si godono qualche settimana di vacanza forzata. Ma non tutti, come spiega Cristina Marchiaro segretaria generale Filt Cgil Valle d'Aosta che segue il settore Trasporti.
«E’ un’esperienza che i lavoratori hanno già dovuto affrontare lo scorso anno, - riferisce Cristina Marchiaro - ma abbiamo cercato di seguire l’iter con la massima disponibilità nei confronti di tutti e non sono emerse situazioni di disagio».
Per alcuni di essi, quelli soprattutto che si occupano dei pedaggi, e che chiaramente sono fermi, si provvederà a fare frequentare loro dei corsi specifici di formazione, già programmati. Quelli che invece si occupano della vigilanza, saranno comunque impegnati nella sorveglianza dei lavori che si stanno svolgendo in questi mesi al cantiere. Chi lavora invece negli uffici, proseguirà comunque questo tipo di attività, rispondendo al telefono e parlando con il pubblico, e tenendo i contatti radio con gli operatori rimasti in attività. Per tutti in ogni caso è previsto un periodo di cassa integrazione, che sarà spalmato su tutti i lavoratori per non creare disagi a nessuno.
«E’ una situazione che affrontiamo comunque in “work in progress”. - aggiunge la segreteria generale Filt Cgil - Abbiamo già cercato di apportare migliorie rispetto allo scorso anno, e così sarà per gli anni a venire».
Il Tunnel del Monte Bianco sarà chiuso fino alle 17 di lunedì 16 dicembre: 15 settimane in tutto. Un periodo, quello autunnale, che era stato individuato dalla società che gestisce il traforo, insieme alle prefetture della Valle d’Aosta e dell’Alta Savoia, come quello meno impattante sul turismo, in particolare per i veicoli leggeri, i primi utilizzatori del traforo (68 per cento del traffico nel 2023) e sull’economia tra le 2 regioni.