Tunnel del Bianco chiuso per lavori 3 mesi all’anno per i prossimi 18 anni Il presidente di Confindustria: «Colpo durissimo, serve il raddoppio»

Tunnel del Bianco chiuso per lavori 3 mesi all’anno per i prossimi 18 anni Il presidente di Confindustria: «Colpo durissimo, serve il raddoppio»
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Chiusura per lavori del Tunnel del Monte Bianco per 3 mesi all’anno per i prossimi 18 anni. È lo scenario riportato a Genova da Carlo Bonomi, presidente nazionale di Confindustria intervenuto all’assemblea pubblica di Confindustria Genova. «Se così fosse sarebbe un colpo durissimo non solo per l’economia della Valle d’Aosta ma anche per il Piemonte, la Liguria, la Lombardia, tutto il Nord Ovest. Pensate al danno per il porto di Genova - commenta Carlo Bonomi -. Qualche riflessione dobbiamo farla. È importante mettere subito in cantiere la realizzazione della seconda canna, non possiamo più permetterci di rimandare questo tema».

A confermare la preoccupazione è Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale: «Condivido assolutamente l’allarme di Bonomi. Noi abbiamo il Frejus, stiamo aspettando la Torino-Lione ferroviaria, poi abbiamo il Monte Bianco e il Gottardo. Queste sono le tre grandi arterie per andare oltralpe. Se uno di questi per 3 mesi chiude da qui ai prossimi 18 anni ha totalmente ragione il presidente Bonomi a dire che bisogna trovare uno strumento compensativo: la seconda canna o una diversa organizzazione dei lavori».

Per la prima volta dall'incendio del 1999 il Traforo del Monte Bianco ha programmato una chiusura totale della circolazione per un periodo esteso: stop al transito per 21 giorni, del 17 ottobre al 7 novembre scorsi. Chiusura necessaria per il rifacimento completo dell'asfalto lungo l'intero tratto.

Un intervento arrivato dopo i lavori iniziati a fine agosto per completare la sostituzione della soletta del traforo, vale a dire parte dell'impalcato stradale. L'intera operazione comporta un investimento complessivo di 48 milioni di euro, sostenuto da Traforo del Monte Bianco - GEIE e ripartito in due parti uguali tra le due società, italiana e francese, che gestiscono il tunnel. Sulla spesa ha pesato la presenza di amianto riscontrata a inizio lavori, che richiede più tempo e l'adozione di misure precauzionali onerose.

La risposta francese al presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, sull'ipotesi del raddoppio del traforo del Monte Bianco è giunta a margine del congresso dei sindaci francesi, nei giorni scorsi a Parigi, da parte del primo cittadino di Chamonix Eric Fournier, e del deputato dell'Alta Savoia Xavier Roseren, che hanno incontrato il ministro dei Trasporti Clément Beaune. L'obiettivo dell'incontro erano le linee ferroviarie alpine ma si è parlato anche delle prospettive del traforo. Eric Fournier ha ricordato la necessità di definire il più rapidamente possibile gli accessi sul versante francese della Lione Torino a favore dello scenario di massimizzazione del trasporto ferroviario, al fine di alleggerire il traffico stradale alpino, anche per far fronte ai futuri lavori di adeguamento del Tunnel del Monte Bianco, chiedendo allo Stato di «rinnovare il proprio impegno contro il raddoppio del traforo». Il rifiuto del raddoppio del tunnel non è una novità da parte francese. Solo pochi mesi fa il sindaco de Chamonix aveva chiesto al primo ministro Élisabeth Borne di «rinnovare l'impegno che aveva espresso a Chamonix quando era ministro dei Trasporti, di non aumentare la capacità stradale del tunnel». E la nomina dell'ex ministro dell'Interno Christophe Castaner a capo dell'Atmb, la società francese che gestisce i trafori, è salutata dal deputato Xavier Roseren «come un bene in un momento in cui gli italiani si battono per il raddoppio del tunnel».

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