Tumori, l’associazione Viola lancia un appello “Test genomici gratis e ripresa degli screening”

Tumori, l’associazione Viola lancia un appello “Test genomici gratis e ripresa degli screening”
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La disponibilità e la fruibilità dei test genomici per tutte le donne valdostane a cui è stato diagnosticato un tumore alla mammella. Ma pure il proseguimento degli screening mammografici e del colon retto e l’attivazione del servizio di dermopigmentazione del capezzolo all’Ospedale regionale.

Su queste tre priorità, da sempre al centro dell’attenzione dell’associazione Viola, si è concentrato l’incontro che una delegazione dell’associazione ha avuto nei giorni scorsi con l’assessore regionale alla Sanità Roberto Barmasse.

Ogni anno in Italia circa 8mila donne con carcinoma mammario vengono sottoposte a un trattamento chemioterapico che potrebbe essere evitato. I test genomici sono infatti esami che, studiando il profilo genomico del tumore nella singola paziente, identificano quei casi che avrebbero una buona prognosi con la sola terapia ormonale post-chirurgica e in cui sarebbe possibile evitare la chemioterapia. Dal 2021 questi esami sono teoricamente gratuiti poiché è stato istituito un finanziamento nazionale. Ma a quasi tre mesi dall’istituzione dell’apposito fondo nazionale di 20 milioni di euro, i test genomici per il carcinoma mammario non sono ancora disponibili gratuitamente in tutta Italia: per poterlo utilizzare le Regioni sono in attesa che il Ministero della Salute emani un decreto attuativo. «In attesa della normativa nazionale come associazione abbiamo chiesto, come avviene già in alcune realtà italiane, che la Regione Valle d’Aosta li renda gratuiti fin d’ora» dichiara Raffaela Longo, presidente di Viola

A questo proposito l’associazione Viola è tra i firmatari della petizione online “Chemio: se posso la evito” promossa a livello nazionale da Europa Donna - oltre 15mila le firme raccolte - che sollecita il Governo ad accelerare i tempi.

«Dall’assessore Barmasse ci sono arrivate rassicurazioni sul fatto che i test genomici, insieme alla ricerca delle mutazioni Brca che predispongono le portatrici al rischio elevato di sviluppare tumori al seno e all’ovaio, verranno al più presto inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza e saranno fruibili dalle donne valdostane» sottolinea ancora Raffaela Longo.

L’Osservatorio Nazionale Screening ha evidenziato che, nei primi 9 mesi del 2020, in Italia sono stati eseguiti oltre 2 milioni di esami di screening in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Ritardi che si stanno accumulando e che si traducono in una netta riduzione delle nuove diagnosi di tumore della mammella (2.793 in meno) e del colon-retto (1.168 in meno). «All’Assessore Barmasse abbiamo espresso la nostra preoccupazione per il ritardo che, a causa della pandemia, in tutta la nazione si sta verificando nelle diagnosi precoci di tumore e per le interruzioni dei programmi di screening» mettono in rilievo dall’associazione Viola. Per quanto riguarda la Valle d’Aosta Viola ritiene fondamentale riprendere lo screening del colon retto ancora fermo e riportare il volume di attività di quello senologico ai livelli di attività pre-Covid. «È importante non aggiungere al terribile carico di malattia e di vittime della pandemia, anche quello conseguente al blocco o al ritardo delle attività di prevenzione secondaria dei tumori. - spiega la presidente Raffaela Longo - Anche su questo fronte l’assessore Barmasse si è mostrato sensibile e ci ha assicurato che l’Azienda Usl si sta già muovendo per far ripartire gli screening e recuperare i ritardi nonostante alcune criticità oggettive».

Per quanto riguarda il servizio di dermopigmentazione del capezzolo, la sollecitazione di Viola all’assessore Roberto Barmasse è quella di arrivare, in tempi stretti, ad attivarlo all’Ospedale regionale “Umberto Parini” per le donne che subiscono una mastectomia. Per anni svolto gratuitamente da un’estetista qualificata grazie alla collaborazione e al sostegno di Viola e dell’associazione Tutti Uniti per Ilenia, il servizio deve ora essere eseguito «da chi eserciti una professione sanitaria, in ambulatorio accreditato o autorizzato» come previsto da una circolare emanata dal Ministero della Salute nel maggio 2019.

Già definito a livello ospedaliero (lo stesso dottor Roberto Barmasse se ne era occupato in prima persona quando ricopriva il ruolo di Direttore della Struttura di Chirurgia Toracica), il servizio per essere attivato richiede ancora la definizione degli ultimi passaggi. «Speriamo di poter dar presto indicazioni più precise perché riteniamo che sia molto importante fornire tutti gli strumenti necessari perché ogni donna possa riacquistare l’immagine di sé che più le appartiene» conclude Raffaela Longo

Infine, Viola sta lavorando alla realizzazione di un progetto sulla dispareunia e, in generale, sulle problematiche correlate alla sessualità post-intervento e chemioterapia che prevedrà il coinvolgimento dell’Assessorato della Sanità, del reparto di Oncologia e di quello di Ginecologia.

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