Tumore al seno: 120 casi all’anno in Valle d’Aosta Al via la campagna di prevenzione “Nastro Rosa”
Anche in Valle d’Aosta ha preso il via la campagna “Nastro Rosa” per la lotta contro il tumore al seno, organizzata dalla Lilt nel mese di ottobre, che è dedicato proprio alla prevenzione. Il cancro alla mammella nella nostra regione colpisce ogni anno 120 donne di ogni fascia di età. Per tutto il mese la sede della Lega per la Lotta contro i Tumori al numero 24 di via Xavier de Maistre ad Aosta sarà a disposizione dell’utenza gratuitamente per informazioni e visite senologiche. Inoltre in piazza Chanoux nelle giornate di mercoledì 19, giovedì 20 e venerdì 21 ottobre con un ambulatorio mobile verranno effettuate mammografie ed ecografie mammarie.
«La campagna ha l'obiettivo di sensibilizzare le donne più giovani su procedure semplici. - spiega l’assessore regionale alla Sanità Roberto Barmasse - Serve consapevolezza. Procedure come l'autopalpazione sono fondamentali nella diagnosi precoce. Associate a terapie sempre più valide, dagli anticorpi monoclonali a procedure chirurgiche meno invasive, garantiscono una sopravvivenza sempre più alta»
«Il tumore al seno è diventato il killer dei tumori e rappresenta quasi il 30 per cento di tutte le neoplasie. - sottolinea Salvatore Luberto, presidente della Lilt VdA - La stima in Italia per il 2022 è di 60.000 nuove diagnosi e la prevenzione è fondamentale. Trenta anni fa la metà delle donne con un tumore al seno operato moriva. Oggi la sopravvivenza a 10 anni si attesta all’80 per cento. Il merito è degli operatori sanitari, del crescente ruolo della orevenzione secondaria grazie a diagnosi sempre più precoci, della ricerca e dell’impegno quotidiano della Lilt che da 100 anni promuove la cultura della prevenzione come metodo di vita. Scoprire un tumore di pochi millimetri non vuol dire solo avere più del 90 per cento di possibilità di salvare quella donna, ma anche essere meno invasivi nelle terapie su un organo simbolo della femminilità».
La Valle d'Aosta è la regione con fascia di screening più ampia: va dai 50 ai 69 anni, non su base volontaria - che riguarda invece la fascia tra i 45 e i 49 anni - ma con uno screening offerto al 100 per cento della popolazione “target”. Per il futuro, Salvatore Luberto si augura una campagna a tappeto già in giovane età: «Dobbiamo entrare nelle scuole, con il consenso delle famiglie: è importante coinvolgere le ragazze dai 16 anni in su insegnando loro l'autopalpazione, non tanto per cercare la malattia a quell'età, ma per essere in grado, 10 anni dopo, di individuare la malattia in una fase molto precoce».