Troppo pochi e mal pagati: la grande emorragia dei medici di medicina generale in Valle d’Aosta

Troppo pochi e mal pagati: la grande emorragia dei medici di medicina generale in Valle d’Aosta
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I medici di medicina generale in Valle d’Aosta sono pochi e pagati meno della media del resto d’Italia. Non siamo più nella situazione di grave carenza verificatasi lo scorso anno - quando 3.600 valdostani si trovarono senza medico di base - ma i problemi restano e vanno affrontati in modo strutturale. Per rispettare il rapporto ottimale di 1 medico ogni 1.200 pazienti, ne occorrerebbero almeno 90. Attualmente sono 74, con la prospettiva di 7 pensionamenti nel 2024 e alcuni cambi di lavoro, solo in parte compensati dai 3 o 4 nuovi ingressi previsti il prossimo anno.

Per venire incontro alle necessità dei medici, martedì scorso, 12 dicembre, l’assemblea del Cpel (Consiglio permanente degli enti locali) ha approvato all’unanimità un protocollo d’intesa con l’Usl per la concessione di locali comunali a titolo gratuito a medici e pediatri di famiglia. In base all’accordo l’Usl comparteciperà, tramite rimborso forfettario, alle spese sostenute dai Comuni per l’utilizzo dei locali, ovvero luce e riscaldamento. A seguito della sottoscrizione del protocollo d’intesa da parte di Cpel e Usl VdA, i Comuni saranno chiamati a deliberarne l’adesione e ad approvare le convenzioni da stipulare con i medici che avranno a disposizione i locali.

«L’accordo, che sollecitavamo da tempo, è sicuramente molto positivo, anche se arriva con un po’ di ritardo. - sottolinea il dottor Nunzio Venturella, segretario regionale della Fimmg - Federazione Italiana Medici di Medicina Generale - La Valle d’Aosta ha cercato di diventare attrattiva per quanto riguarda i medici di medicina generale e gli infermieri ma la situazione è problematica in tutta Italia e anche in generale in Europa. Rimane il rammarico di vedere la nostra regione al 17esimo posto come reddito personale pro capite dei medici di base rispetto al primo posto che è detenuto dal Trentino Alto Adige, che ha caratteristiche orografiche analoghe». L’assistenza in una regione di montagna come la nostra è soggetta a problematiche e costi maggiori. «L’andamento demografico è chiaro: - prosegue il dottor Nunzio Venturella - nel 2050 1 valdostano su 3 sarà a rischio cronicità. Già adesso assistiamo il 2,7 per cento in più della media nazionale di ultra 75enni, su un territorio che ha una densità demografica media di 38 pazienti per chilometro quadrato. Questo si ripercuote sugli spostamenti, in particolare in vallate che d’inverno sono di difficile accesso. I costi di assistenza per un libero professionista sono elevati. Da tantissimo tempo non vediamo un aumento economico. E’ necessario sedersi intorno a un tavolo in modo costruttivo per dare sollievo economico e principalmente organizzativo. In un territorio montano come il nostro, ritengo che si debba dare la possibilità di aggregarsi per dare migliori risposte ai cittadini». Negli studi associati i medici vengono affiancati da personale di segreteria ma per sostenere queste spese il sindacato sollecita alla Regione maggiori fondi.

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