Tre cinghiali passeggiano a Montalto Dora Abbattuti a fucilate: scoppiano le polemiche

Tre cinghiali passeggiano a Montalto Dora Abbattuti a fucilate: scoppiano le polemiche
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Cinghiali in libertà nei centri urbani, con la conseguente sequela di disagi: dall’incolumità pubblica alla sicurezza stradale fino ai danni prodotti dagli ungulati sui terreni coltivabili. Una problematica diventata ormai cronica nel corso degli anni, senza che sia stato possibile trovare una soluzione adeguata. L’ultimo episodio è stato registrato a Montalto Dora, nella mattinata di venerdì 26 novembre, quando tre cinghiali sono stati avvistati mentre si muovevano, attorno alle 7, lungo via Roma. L’allarme è partito da un genitore che stava accompagnando il figlio a scuola, subito raccolto dalla polizia locale di presidio alle scuole e dalle stesse guardie del servizio venatorio della Città Metropolitana di Torino, abilitate all’intervento in questi casi, che appunto erano già impegnate in una battuta di caccia nell’area del Lago Sirio, nei pressi di Chiaverano. Probabilmente proprio quest’operazione venatoria ha spinto alla fuga i tre esemplari, costretti a spostarsi verso il paese, dove hanno finito per imbottigliarsi nei pressi di un’abitazione. L’area è stata messa in sicurezza, le strade e le vie adiacenti chiuse al traffico fino all’avvenuto abbattimento degli animali a colpi di fucile e al loro smaltimento, secondo la normativa vigente. Nessun danno a cose o persone, anche se la gravità dell’episodio è manifesta, e dimostra palesemente come il numero di questi ungulati sia esponenzialmente in aumento - con percentuali più elevate nel periodo di applicazione delle misure più rigide contro la pandemia -, specialmente in zone rurali collinari, pedemontane o in aree boscose conseguenti all’abbandono delle campagne. A questo scenario vanno aggiunte specifiche concause, dovute alla mitezza degli inverni, alla mancanza di animali predatori e soprattutto all’introduzione nel territorio di esemplari non autoctoni per scopi meramente venatori. L’abbattimento in paese dei tre animali ha anche scatenato - sopratutto sui social - la protesta degli animalisti che auspicavano soluzioni meno cruente.

«Abbiamo a che fare con un problema complesso - dichiara il sindaco Renzo Galletto - in cui bisogna tenere conto di sensibilità diverse, da quelle degli ambientalisti a quelle degli agricoltori, esasperati per le continue scorribande nei loro campi, arati in modo devastante dagli ungulati. E’ indubbio però che quando gruppi di animali selvaggi, anche di taglia media (comunque sulla quarantina di chili), si spingono in pieno centro abitato e si muovono in strade frequentate da bambini, si tratta di una situazione di fatto pericolosa, in cui si mette a repentaglio la sicurezza di persone e cose. Una convivenza con animali liberi di questo tipo, portati anche a reazioni violente, non è pensabile». Il Coaarp - Comitato spontaneo amici degli ambienti rurali piemontesi - ha avviato una petizione che richiede alle istituzioni la creazione di una figura professionale competente per gestire un fenomeno di fatto fuori controllo, che possa andare oltre a posizione dei cacciatori, poco interessati a una vera soluzione del problema e addirittura parti in causa del suo aggravamento, e proporre un definitivo contenimento della presenza dei cinghiali e una riduzione della loro popolazione entro limiti accettabili. «Auspico fortemente - conclude il primo cittadino - che questa annosa questione porti alla programmazione di un piano di abbattimento selettivo, prima che la situazione diventi davvero ingovernabile. Sono animali fortemente invasivi, anche nei confronti di altre specie, e in progressivo incremento di numero, con nidiate spesso di otto o nove nuovi nati, che potrebbero a loro volta moltiplicarsi».

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