Trasferimenti, protestano i Comuni turistici
Si è consumata una spaccatura - giovedì scorso, 14 marzo - nel Cpel-Consiglio permanente degli enti locali sulla proposta di deliberazione della Giunta regionale per la ripartizione dei trasferimenti senza vincolo ai Comuni nel 2019 (68 milioni e 693 mila per 73 comuni, stessa cifra complessiva del 2018, e 14 milioni e 390 mila per Aosta) approvata poi a maggioranza. Da un lato i sindaci degli 8 comuni turistici considerati tra i «più ricchi», per i quali è prevista una riduzione dei trasferimenti (il 50 per cento della differenza tra il contributo del 2018 e quello teorico per il 2019), e dall'altro tutti gli altri, che in questo modo beneficiano di 1 milione e 313 mila euro in più. Sono stati bocciati altri emendamenti che chiedevano di non attuare i tagli quest'anno (come chiesto da Giulio Grosjacques, sindaco di Brusson) o di spalmarli su 4 anni. Gli 8 comuni sono Ayas (taglio di 223 mila euro), Cogne (103 mila euro), Gressoney-La-Trinité (11 mila), Gressoney-Saint-Jean (222 mila euro), La Thuile (130 mila), Morgex (50 mila), Pré-Saint-Didier (152 mila), Valtournenche (418 mila). Resta a zero il trasferimento per Courmayeur.
«Se uccidiamo i comuni turistici, virtuosi, che creano reddito, credo che la Valle d'Aosta abbia un destino amaro» ha detto Riccardo Bieller, sindaco di Pré-Saint-Didier. «La dilazione in 4 anni ci darebbe la possibilità di respirare. Quest'anno sono stato obbligato ad alzare l'Imu per rispettare la spesa corrente», ha sottolineato Jean-Antoine Maquignaz (Valtournenche). E invece «come fanno i Comuni cosiddetti poveri a chiudere i loro bilanci applicando aliquote base? Si tratta di disuguaglianze pesanti e insostenibili», ha aggiunto Luigi Chiavenuto (Gressoney-Saint-Jean). «A 10 giorni dall'approvazione del bilancio - ha affermato Franco Allera (Cogne) - come si possono fare questi tagli?». Rispetto alle spese considerate «incomprimibili» da alcuni colleghi dei Comuni turistici, Fulvio Centoz, primo cittadino di Aosta, ha voluto ricordare che negli anni «la spesa per il personale del Comune di Aosta è scesa» e che «bisogna cominciare a stabilire dei costi standard anche nella nostra regione, tenendo conto delle sue peculiarità».
«Dal 2010 stiamo vivendo alla giornata. La politica negli ultimi 5 anni non ha mai voluto affrontare il problema della legge 48» sugli interventi regionali in materia di finanza locale ha aggiunto Franco Manes, presidente del Celva.