Tragico fine settimana in montagna, morti un alpinista francese di 20 anni e un escursionista 67enne di Milano

Tragico fine settimana in montagna, morti un alpinista francese di 20 anni e un escursionista 67enne di Milano
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Due tragici incidenti in montagna lo scorso fine settimana hanno unito il destino di Loic Hallouin, alpinista francese di 20 anni, e di Roberto Sebastiano Greco, escursionista 67enne di Milano. Uno aspirante ingegnere di Tolosa che voleva scalare una spettacolare via del Monte Bianco. L'altro, in villeggiatura ai piedi del Monte Rosa, docente a contratto alla Statale di Teorie e tecniche della comunicazione pubblicitaria e della promozione d'immagine. Sabato scorso, 10 agosto, Loic Hallouin insieme a due amici di 20 e 19 anni era deciso ad arrivare in cima al Tetto d'Europa affrontando il pilone centrale del Freney. Un pilastro di granito reso celebre dalla drammatica ascesa del luglio del 1961. In quel tentativo di aprire per la prima volta la via, una tempesta provocò la morte di 4 dei 7 componenti della spedizione italofrancese guidata da Walter Bonatti. Ma la scalata del giovane di Tolosa si è fermata più in basso. Lui ha perso la vita dopo essere precipitato per oltre 400 metri sul colle Eccles. Il corpo è stato recuperato sul versante del ghiacciaio del Freney, nella crepacciata terminale. Procedeva per primo e i due amici che erano con lui l'hanno visto cadere e poi scomparire. E' precipitato dopo una scivolata su una pietra, che ha ceduto al suo passaggio. In quel momento i tre erano slegati. Per attaccare la difficile via avevano passato la notte al bivacco Eccles, a 3.860 metri di quota. L'incidente è avvenuto a quota 4.000, durante la salita, intorno alle 5 di mattina. La salma è stata portata alla camera mortuaria del cimitero di Courmayeur, per le operazioni medico legali e il riconoscimento ufficiale. Sul posto è intervenuto in elicottero il Soccorso alpino valdostano, con il Soccorso alpino della guardia di finanza di Entrèves che si è occupato degli accertamenti.

Per inquadrare l'incidente di cui è rimasto vittima Greco bisogna invece scendere quasi 2mila metri più in basso, dove il freddo e la neve lasciano spazio a temperature miti e a una fitta vegetazione. Il professore a contratto, con una lunga esperienza in agenzie di pubblicità internazionali, era disperso da venerdì 9 agosto. Quando era uscito di casa da solo per affrontare un'escursione da Gaby, nella valle di Gressoney, al colle della Vecchia, valico a 2.185 metri di quota che si affaccia verso il Piemonte. Nel pomeriggio i familiari, non vedendolo rientrare e non riuscendo a contattarlo, hanno dato l'allarme. La sua auto è stata trovata parcheggiata vicino al campo sportivo di Gaby. In un primo momento il segnale del suo cellulare viene agganciato nella zona delle cascate di Niel, poi non è più rintracciabile. Sabato 10 sono stati impegnati nelle ricerche, anche con sorvoli in elicottero e l'utilizzo di unità cinofile, tecnici del Soccorso alpino valdostano, professionisti e volontari del Corpo valdostano dei vigili del fuoco e carabinieri. Sino a quando i soccorritori hanno scoperto il corpo in una scarpata, alcuni metri più in basso del sentiero numero sette. Non lungo l'itinerario che Greco aveva detto in un primo momento di voler seguire.

Ed è stato individuato nel pomeriggio di sabato scorso, 10 agosto, il corpo della sesta e ultima vittima della tragedia avvenuta il 9 marzo scorso sulle Alpi svizzere, a 600 metri in linea d'aria dal confine con l'Italia. Si tratta - fa sapere la polizia del Canton Vallese - della donna ventottenne di Friburgo che aveva chiamato i soccorsi. Sul colle della Tete Blanche, a circa 3.500 metri di quota, sei scialpinisti svizzeri, membri della stessa famiglia, erano stati sorpresi dalla bufera di neve, che non aveva lasciato loro scampo. I soccorritori sono stati indirizzati da un indumento che la fusione della neve ha fatto riemergere. Nel primo pomeriggio di sabato, si legge in una nota, "durante un volo in elicottero, effettuato nel quadro delle indagini svolte in collaborazione con i nostri partner dell'Ocvs (organizzazione di soccorso) e Air-Glaciers (compagnia aerea), un equipaggio ha notato la presenza di indumenti in superficie, sulla Tete Blanche. Specialisti del Gruppo montagna della polizia cantonale del Vallese sono stati immediatamente inviati sul posto. Hanno potuto estrarre il corpo dal manto nevoso e procedere alla sua identificazione". Il 9 marzo, dopo l'allarme, per oltre 24 ore la tormenta aveva rallentato le ricerche, mentre gli scialpinisti, stremati, pian piano perdevano i sensi e venivano uccisi dal gelo. I 5 - di 21, 27, 30, 44 e 58 anni - fino all'ultimo avevano cercato di scavare un riparo nella coltre bianca, ma non era servito. "Sono morti congelati in quota, disorientati", aveva raccontato Anjan Truffer, capo del soccorso della compagnia aerea Air Zermatt. Il gruppo stava affrontando l'itinerario che da Zermatt, ai piedi del Cervino svizzero, porta alla località di Arolla.

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