Traforo del Monte Bianco, «Apertura della Francia per il raddoppio»

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"Non c'è più un 'no' categorico da parte della Francia ma c'è un'apertura a discutere del raddoppio del traforo del Monte Bianco, che non c'era fino a qualche mese fa, prima di portare all'attenzione pubblica questa problematica".

Così il presidente di Confindustria Valle d'Aosta, Francesco Turcato, a margine del convegno 'Il fattore tunnel'' nella mattinata di martedì scorso, 21 novembre, a Skyway, organizzato appunto da Confindustria.

Il nuovo atteggiamento è stato riferito anche dal presidente della Regione Valle d'Aosta, Renzo Testolin. nel proprio intervento: "Le realtà transfrontaliere fortunatamente ci stanno ad ascoltare un po' di più rispetto a qualche mese fa, grazie all'intervento di tutti".

"Gli impatti della chiusura del Tunnel del Monte Bianco sull'economia della Valle d'Aosta, del Nord-Ovest e di conseguenza dell'intero Paese, confermano tutte le nostre preoccupazioni", sottolinea il vicepresidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale di Confindustria nazionale.

Secondo una stima della Confindustria, il costo della chiusura del traforo del Monte Bianco di 3 mesi all'anno per 18 anni porterebbe per la Valle d'Aosta ad una perdita complessiva del Pil del 6,7 per cento, pari all'0,3 per cento all'anno. Lo spiega Stefano Di Colli del Centro Studi Confindustria. Il convegno si è aperto con l'intervento del presidente della Confindustria Carlo Bonomi che ha ribadito la necessità della realizzazione della seconda canna perché "i numeri l'hanno detto, noi non possiamo assistere inermi a perdere Pil, a perdere posti di lavoro nei nostri territori". Per Carlo Bonomi "non è un tema solo della Valle d'Aosta, colpirà in maniera importante la Valle d'Aosta, ma questo è un tema nazionale, delle imprese del Piemonte, della Lombardia, di tutta l'Italia".

Luigi Bertschy: “Dividere i flussi”

"Noi lavoriamo per un investimento che sia migliore per il futuro. Non siamo contrari a mettere in sicurezza l'attuale tunnel" del Monte Bianco "perché è un lavoro che sarà utile in ogni caso ma dobbiamo usare la giusta terminologia". Ad affermarlo, durante il convegno della Confindustria, è l'assessore ai Trasporti Luigi Bertschy. Che spiega: "Il raddoppio del tunnel spaventa a livello di comunicazione. Noi abbiamo bisogno di un altro tunnel per dividere i flussi, uno è per l'andata l'altro e per il ritorno, mantenendo l'attuale percorrenza però avendo in futuro un'infrastruttura molto più sicura di quella attuale e avendo la possibilità di utilizzare una delle due canne per i lavori di manutenzione quando ci sarà bisogno di chiusure. Non parliamo più di raddoppio ma abbiamo bisogno di una seconda canna".

Per Luigi Bertschy, è una questione di "sicurezza e di infrastrutture che chiediamo all'Europa per essere al passo degli altri territori". E aggiunge: "Non vorrei che ci dimenticassimo che non tutto passa per il tunnel. Il tunnel è di fondamentale importanza ma se vogliamo costruire dei territori competitivi dobbiamo continuare a lavorare sulle lacune di conosciamo". L'Assessore tira in ballo la ferrovia: "Noi elettrificheremo ma non sarà sufficiente. Avremo ancora una ferrovia con un binario unico con tutti i limiti e le complessità della gestione di una mobilità in questo senso". A questo proposito, "facciamo attenzione a non concentrare tutte le nostre forze sul tunnel perdendo di vista gli altri temi critici dei nostri territori. - prosegue Luigi Bertschy - Vi chiederemo di sostenere il lavoro che stiamo facendo con il Piemonte e con i Comuni per portare all'attenzione il tema del raddoppio della nostra linea ferroviaria tra Torino e Aosta".

Per le imprese del Nord-Ovest le esportazioni verso la Francia rappresentano il 20 per cento del totale dell'export in Ue. Dato che non è un'eccezione: per le imprese del Mezzogiorno si ha la stessa percentuale.

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