Tra i sorrisi dei quattromila spettatori dell’arena “La Regionale delle batailles ci era mancata”
Allegria e grande soddisfazione si respiravano tra il pubblico della finale regionale delle “Batailles della ripartenza” di domenica scorsa, 24 ottobre. Sugli spalti erano presenti circa 4.000 spettatori.
«Si vede che la gente è contenta perché questa manifestazione l’anno scorso è mancata a tutto il mondo agricolo. - spiega Simone Réan, 42 anni, agricoltore - La partecipazione è alta, appunto perché questo evento è molto importante, un momento dove noi agricoltori possiamo ritrovarci e parlarci. Facciamo un lavoro duro e potersi confrontare almeno una volta l’anno è molto importante per noi. Oggi stare qui è bello anche perché il Covid ha avuto un brutto impatto su tutto l’ambiente agricolo valdostano, quindi è stato un po’ come lasciarsi alle spalle qualcosa di brutto. Secondo me va lodato pure il comitato regionale, che è riuscito a organizzare comunque il concorso ottenendo un ottimo risultato, e anche la gente che si è comportata bene: assolutamente la manifestazione è riuscita grazie all’impegno di tutti, organizzatori e pubblico».
Dello stesso avviso è Silvano Nichele, 54 anni, ispettore forestale: «Questo è un evento regionale patrimonio di tutta la Valle d’Aosta per gli allevatori e anche per le persone che credono ancora negli usi e costumi della nostra regione. Sono convinto che davvero questa manifestazione sia mancata l’anno scorso: basta vedere quante persone oggi hanno partecipato. Dal punto di vista della pubblica sicurezza e dell’ordine pubblico è stato poi gestito molto bene. Si è fatto il possibile per fare questa finale e per dare la possibilità ai valdostani di partecipare a questa bellissima iniziativa».
Ha sentito la mancanza della finale anche Stefano Porliod di Saint-Pierre, operaio metalmeccanico di 38 anni, che spiega: «Tornare qui è una bellissima emozione, siamo venuti a fare il tifo per la regina uscente. Per gli allevatori poi penso che tutto questo sia mancato maggiormente anche perché credo che questo evento sia come un premio per loro. A fine combattimento andremo a trovare i nostri amici proprietari di reines per bere un bicchiere di vino e cantare una canzone giocando a morra, come da tradizione».
Sugli spalti non mancavano ragazzi giovani, come Erik Lavy, 26 anni, di Saint-Nicolas, allevatore e consigliere regionale, che afferma: «Le batailles delle reines sono un evento fondamentale per i valdostani, proprio per il senso di comunità che trasmettono, e quindi penso che sia assolutamente mancato. Questo spettacolo, oltre a portare tanta gente, mette in risalto l’orgoglio della Valle d’Aosta che sono le nostre reines e l’allevamento. Non avere il concorso regionale delle batailles l’anno scorso ha fatto in modo che nel mercato dell’allevamento vi sia stato un crollo nella compravendita delle mucche, quindi queste manifestazioni sono fondamentali pure per tenere vivo il settore zootecnico valdostano. Credo che questa iniziativa vada valorizzata pure a livello turistico, in modo che le persone da fuori vengano a vedere l’amore per gli animali che c’è in Valle d’Aosta».
Dello stesso avviso Rossana Scapoli, 24 anni, di Quart, laureanda in Economia politica: «Questo evento è importantissimo per la nostra regione perché unisce dai giovani ai più anziani, proprio tutta la comunità valdostana. Il Covid aveva provocato l’annullamento del concorso delle batailles de reines del 2020 e quest’anno credo che sia l’avvenimento più rilevante di quelli che sono tornati, con una nuova riunione della nostra comunità che si è ritrovata dopo molto tempo. Per noi giovani poi venire qui, ritrovare amici, venire in compagnia, chiacchierare e conoscere nuove persone è qualcosa di fantastico».
Sugli spalti anche tanti turisti: di Novara sono per esempio il medico Michele Favre, 53 anni, e Irene Favre, infermiera 23enne, padre e figlia, che raccontano: «Siamo venuti qui a comprare le mele e poi ci siamo fermati a vedere questo appuntamento, come facciamo spesso. L’anno scorso la finale regionale ci è mancata di certo, anche se non è la cosa della Valle d’Aosta di cui abbiamo maggiormente sofferto la mancanza. Da turisti e amanti di questa regione conosciamo questa manifestazione e veniamo in Valle d’Aosta volentieri a vederla».