Tony Caniato, il metronomo dell’Aosta degli anni Sessanta

Tony Caniato, il metronomo dell’Aosta degli anni Sessanta
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Dopo il lutto per la morte di Piero Tosquin, bomber dei primi anni Sessanta in serie D e poi pilastro del Châtillon in Seconda e Prima categoria, la grande famiglia dell’Aosta ha perso un altro dei protagonisti della sua storia. Lunedì scorso, 11 gennaio, all’Ospedale regionale “Umberto Parini” è deceduto all’età di 83 anni Antonio “Tony” Caniato, il centrocampista che per 3 stagioni - dal 1962 al 1965 - fu il metronomo, il cervello e pure il cuore di una squadra che stava cercando di risorgere.

Inizi alla Sant’Orso, finale con la Robur

Tra Piero Tosquin e Antonio Caniato, di fatto, fu una sorta di staffetta in rossonero. Il primo, classe 1939 di Châtillon, giocò al Puchoz nelle stagioni 1960/61 e 1961/62 in serie D, quando sulla panchina dell’Aosta sedeva il grande Vittorio Sentimenti III. Dopo la retrocessione in Prima categoria, la società volle ripartire dai giovani e chiamò Antonio Caniato, mediano intelligente e caparbio che aveva iniziato a farsi le ossa nel calcio dei grandi giocando con Football Club Valle d’Aosta, Brambilla Verrès e Olimpia. La sua storia calcistica era però cominciata molto prima: nato ad Aosta il 28 febbraio del 1937, nel 1951 era stato tra i primi ragazzi a vestire la maglia delle giovanili della Sant’Orso, la squadra del borgo, per poi passare alla Gabetto di Davide Volpe, con la quale vinse 3 campionati valdostani Juniores (categoria che allora si chiamava Ragazzi) dal 1952 al 1954. All’Aosta in Prima categoria Tony Caniato fu fin da subito un elemento fondamentale per gli equilibri del campo e dello spogliatoio: lo capì Ference Fehér, tecnico ungherese della prima stagione del nuovo corso dei rossoneri, che lo seguiva addirittura fin sotto casa per parlargli di tattica e per invogliarlo a spostarsi sulla fascia destra dove, in alcune partite, Tony Caniato centrocampista dai piedi buoni diventava imprendibile quando attaccava gli avversari come di tornante. Conclusa l’esperienza in rossonero Tony Caniato disputò ancora qualche annata con la maglia della Robur di Carlo Canazza, prima di concludere la carriera nei tornei per Veterani ancora la maglia dell’Aosta. Amò profondamente la maglia dell’Aosta, che prima di lui fu portata anche dal fratello Otello, protagonista nel campionato di serie C 1951/52.

Stimato commerciante

Passione per il calcio a parte, Antonio Caniato è stato uno stimato commerciante di Aosta. Nel 1964 aprì un negozio di giocattoli in corso Saint-Martin-de-Corléans che l’anno dopo divenne Caniato Moquettes, un’attività specializzata in pavimentazioni, rivestimenti di pareti ed elementi per arredare la casa che raggiunse presto il successo con clienti in tutta la Valle d’Aosta. Con lui, dal 1987, lavorava il figlio Giorgio, nato il 3 aprile 1967, mentre la figlia Valeria, venuta alla luce il 31 luglio 1970, è un’impiegata amministrativa all’Usl. La sede di Caniato Moquettes è stata trasferita 5 anni fa in via Montmayeur. Persona dal carattere aperto e benvoluto da tutti, in molti se lo ricordano ancora quando portava a passeggio il suo labrador Lucy a cui era particolarmente affezionato. I funerali sono stati celebrati mercoledì scorso, 13 gennaio, nella chiesa di Santo Stefano. Oltre ai figli Giorgio con Pamela Goldberg e Valeria con Denis Girardi, lascia la moglie Fosca Salvadori, nonché gli affezionati nipoti Sarah ed Elisa Caniato e Alessia e Andrea Girardi, quest’ultimo appassionato di calcio come il nonno e promettente attaccante dell’Aygreville.

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