Terapia del dolore, stop al metodo innovativo Rinviati i trattamenti per centinaia di pazienti

Terapia del dolore, stop al metodo innovativo Rinviati i trattamenti per centinaia di pazienti
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Sono centinaia i pazienti del reparto di Terapia del dolore dell’Ospedale Beauregard di Aosta che da giovedì scorso, 4 agosto, non possono più beneficiare di una nuova procedura medica che offriva loro immediato beneficio dal dolore, nonché una drastica diminuzione dei farmaci. L’utilizzo di questa tecnica risale allo scorso 24 marzo, quando il tecnico di Vercelli Carmelino Antona, ideatore della terapia, ha iniziato a collaborare con il primario del reparto Lorenzo Pasquariello e con il dottor Alessandro Angellotti, per testarne il funzionamento su pazienti con patologie quali cervicalgia, lombalgia, ernie discali, sciatalgia e molte altre. La “Dropping Terapia” consiste nell’applicazione cutanea di un dispositivo, chiamato “Trigger Drop”, in diversi punti del corpo a seconda della zona in cui il paziente lamenta dolore. Questo dispositivo, fabbricato in materiale Eva (etilene vinil acetato), va applicato sui punti inibitori del dolore e ha un effetto antalgico immediato.

«Questa terapia non è la panacea di tutti i mali - spiega il primario dottor Lorenzo Pasquariello - ma migliora la qualità della vita dei pazienti e riduce l’assunzione di farmaci. Non promettiamo la guarigione ma di stare meglio e la cosa è possibile se dopo la prima applicazione possiamo visitare i pazienti con frequenza e riposizionare i dispositivi perché continuino nella loro funzione di disattivazione dei punti dolorosi». La continuità della procedura è quindi essenziale ma è stata tuttavia momentaneamente sospesa, poiché per la valutazione di tecnologie sanitarie deve riunirsi una commissione apposita (detta “Mini Hta”). Da venerdì 30 luglio il reparto ha quindi cominciato a disdire le prenotazioni per agosto, sperando di non dover fare lo stesso anche per quelle di settembre. «La commissione ha espresso un parere di sospensiva in attesa di ulteriori precisazioni. - prosegue il dottor Pasquariello - Precisazioni che ho immediatamente inviato, corredate dai numeri dei risultati ottenuti. Siamo consapevoli che il periodo estivo non aiuta perché i commissari potrebbero essere in ferie e quindi impossibilitati a riunirsi».

Le visite sono quindi state annullate e non sarà neanche possibile trattare i pazienti già in cura, se non riposizionando il materiale che è già stato loro applicato in precedenza. Da marzo ad oggi il numero dei pazienti trattati è stato di circa 400 e le prestazioni eseguite sono state intorno ai 700. Molti pazienti, soprattutto oncologici, devono recarsi in terapia del dolore per riposizionare il “Trigger Drop” tutte le settimane. I benefici sono immediati, duraturi e senza controindicazioni.

«Mia mamma ha 80 anni e ha effettuato numerose infiltrazioni, sottoponendosi a interventi che non solo hanno compromesso la sua mobilità ma hanno anche causato dolori molto intensi. - racconta Iris Zaino, figlia di una paziente che si è sottoposta alla terapia - A giugno ha eseguito il primo ciclo di cura e i benefici sono stati immediati, inoltre il miglioramento si è mantenuto fino ad oggi. Avrebbe dovuto effettuare nuovamente un ciclo ad agosto ma mi hanno chiamata per annullarlo. Sono molto dispiaciuta perché stava decisamente meglio. La porto a fare passeggiate con il deambulatore e da quando fa questa cura riesce a camminare meglio, con meno dolore e più a lungo».

Il dottor Lorenzo Pasquariello precisa che questa terapia serve soprattutto per gestire il tempo in attesa di poter effettuare, se necessario, una terapia più risolutiva. Tuttavia spiega che «per alcuni dolori minori spesso la terapia migliora la sintomatologia al punto da non rendere più necessarie ulteriori procedure».

E’ per questo motivo che sono numerosi i malati che decidono di provare questo percorso, in alternativa ad interventi, infiltrazioni o terapie farmacologiche. Lo sa bene Andrea Pramotton, che assumeva farmaci oppiacei per contrastare i dolori dovuti ad un percorso clinico sfiancante. «Vivendo costantemente nel dolore ho tentato varie strade, tra cui quella della terapia antalgica. - racconta - L’agopuntura mi ha aiutato tanto ma questa nuova cura è stata per me fondamentale, ha radicalmente cambiato la gestione del mio dolore. Per persone che su una scala da 0 a 10 hanno sempre un dolore 7, passare una giornata con dolore 4 è completamente differente. Questa tecnica funziona davvero».

Impressionanti sono i dati raccolti dal dottor Lorenzo Pasquariello, dal dottor Alessandro Angellotti e dal tecnico Carmelino Antona. «Il 75 per cento dei pazienti che abbiamo sottoposto a questa tecnica ha rilevato una decisiva riduzione del dolore, che si è dimezzato. - conclude Alessandro Angellotti - I pazienti hanno interrotto l'assunzione di farmaci o li hanno drasticamente ridotti».

La speranza di centinaia di persone è quindi che la commissione si riunisca al più presto, valutando i risultati riportati e dando una possibilità concreta di stare meglio a tutti i malati il cui dolore spesso neanche infiltrazioni e farmaci oppiacei riescono ad alleviare.

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