Temperature calde e poca neve Dal 1999 sono spariti 32 ghiacciai

Temperature calde e poca neve Dal 1999 sono spariti 32 ghiacciai
Pubblicato:
Aggiornato:

In 22 anni - dal 1999 al 2020 - la Valle d’Aosta ha perso per sempre 32 ghiacciai. Il loro numero complessivo è sceso da 216 a 184, per una riduzione del 22 per cento della superficie glaciale regionale, calata da 154 a 120 chilometri quadrati. Il dato è emerso dal report “Sottozero”, realizzato con lo scopo di divulgare in maniera sintetica i risultati degli studi e dei monitoraggi annui condotti dai diversi enti che fanno parte della cabina di regia dei ghiacciai valdostani.

L’anno scorso le fronti dei ghiacciai osservati si sono ritirate mediamente di 13 metri; un altro anno negativo, seppur meno sfavorevole di quelli precedenti: tra il 2001 e il 2020 la media è stata di 21 metri.

Riguardo alla situazione del permafrost, il suolo ad alta quota - quello analizzato è ai 3.100 metri del Colle superiore delle Cime Bianche, a Cervinia - in estate si è scongelato fino ad una profondità di 6 metri: il 19 per cento in più della media. E' calata inoltre del 23 per cento la risorsa idrica contenuta nella neve nel giorno in cui la Valle d'Aosta ha ospitato la massima quantità di manto nevoso; in particolare è passata da 1.129 milioni di metri cubi nel periodo 2001-2020 a 870 milioni nel 2021. Rispetto alla media 2002-2020, la temperatura media annua è cresciuta di 0,2 gradi e quella della stagione estiva di 0,6 gradi. L'altezza massima della neve nel giorno più innevato dell'anno è stata di 118 centimetri, il 21 per cento in meno della media (che è di 149 centimetri). Sono state 30 le giornate di allertamento per rischio glaciale nei 5 siti monitorati, a fronte delle 4 dell'anno 2020.

Gli accumuli nevosi sono

tra i più bassi di sempre

Intanto l’Arpa Valle d’Aosta ha reso noti i risultati delle misure di accumulo effettuate nello scorso mese di maggio sui ghiacciai del Timorion a Valsavarenche e del Rutor a La Thuile, che hanno confermato la scarsità delle precipitazioni dell’inverno appena trascorso. Per quanto riguarda il Timorion, il valore di accumulo nevoso è del 50 per cento inferiore rispetto alla media degli ultimi 22 anni. Il manto ha mostrato spessori variabili fra 80 e 300 centimetri della zona di accumulo, dove la quota media è di 3.350 metri di altitudine, e fra 40 e 230 centimetri dove la quota media è 3.250 metri. La densità media, rilevata in 2 punti considerati significativi del comportamento degli accumuli in ampie zone del ghiacciaio, risulta essere pari a 347 chilogrammi per metro cubo e determina un accumulo specifico di poco superiore a 467 millimetri di equivalente di acqua. Nell’anno 2008, il più basso della serie, erano stati registrati accumuli nevosi corrispondenti a 389 millimetri di equivalente di acqua, mentre nel 2013, il più alto della serie, erano stati registrati accumuli corrispondenti a più di 1400 millimetri. È come se in questo momento la superficie del ghiacciaio fosse interamente coperta da circa 45 centimetri di acqua, contro 1 metro e 40 centimetri del 2013.

Gli accumuli misurati al ghiacciaio del Rutor risultano essere maggiori se confrontati con quelli dei settori più interni della nostra regione. Questo ghiacciaio infatti, considerata la posizione di confine e la prossimità alla Francia, ha beneficiato maggiormente degli apporti delle perturbazioni atlantiche che, attraversando le ampie pianure francesi, giungono fino alla cresta di confine con l’Italia. L’accumulo medio è calcolato pari a 224 centimetri. La densità media del manto è pari a 486 chili al metro cubo.

Abbonamento Digitale La Valléè
Archivio notizie
Novembre 2024
L M M G V S D
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
252627282930