Telefonino in classe sì o no? Circolare del Ministro

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L’eterno dilemma sull’uso, concesso o vietato, del telefonino in classe si scontra con l’esigenza sempre maggiore di tecnologie anche nell’apprendimento e, dall’altro lato, con le distrazioni che uno strumento personale in più può portare durante le lezioni. Il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara è entrato a gamba tesa nella questione, inviando una circolare che fa ancora discutere: datata 19 dicembre, richiama una precedente circolare del 2017 ed «evidenzia gli effetti dannosi derivanti dal perdurante uso di telefoni cellulari, tra cui, perdita di capacità di concentrazione, di memoria, di spirito critico, di adattabilità, di capacità dialettica».

«Lo stop ad un uso distraente degli apparati digitali nella scuola è condivisibile. - sottolinea Luciano Caveri, assessore regionale uscente all'Istruzione - Ma sia chiaro che, invece, un uso intelligente di telefonini e tablet con logiche di apprendimento e di attenzione ai rischi connessi che fanno il pari alle loro potenzialità è un tema sui cui la scuola deve dire la sua. Non si può pensare di non tenere conto di tecnologie avanzate e penso all‘irrompere nelle nostre vite di novità come il Metaverso e l’intelligenza artificiale. Il proibire tout court non è sufficiente e neppure istruttivo».

Infatti, nel frattempo, mentre il Ministro sollecita i dirigenti scolastici a inserire nei propri documenti l’allerta contro i cellulari, si moltiplicano invece i progetti che comprendono approcci innovativi, digitali, tecnologici, grazie ai fondi PNRR chiamati «Scuola 4.0», che permettono a tutte le scuole, per una volta anche quelle valdostane, di acquistare strumenti di alta tecnologia per fare lezione sempre meglio. Dopotutto anche la circolare del Ministro richiama il concetto di «cittadinanza digitale» e precisa che «È viceversa consentito l’utilizzo di tali dispositivi in classe, quali strumenti compensativi di cui alla normativa vigente, nonché, in conformità al Regolamento d’istituto, con il consenso del docente, per finalità inclusive, didattiche e formative». Insomma, docenti e istituzioni scolastiche devono cavarsela in qualche modo e trovare una soluzione che non vada né contro la circolare ministeriale né contro l’innovazione nelle aule. C’è chi organizza incontri con le famiglie, per sensibilizzare ad uso consapevole degli smartphone messi in mano a ragazzini di 10-13 anni, come alle medie Cerlogne della Martinet di Aosta; chi attiva sportelli digitali grazie al PCTO delle scuole superiori, in collaborazione con la Biblioteca regionale, come già il Liceo Regina Maria Adelaide l’anno scorso e ora il Manzetti; e in tutte le scuole secondarie acquista un posto di rilievo il concetto di «cittadinanza digitale», che costituisce uno dei macro argomenti in cui si declina la materia «educazione civica».

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