Tavagnasco, restaurato l’organo settecentesco “E’ un’opera unica, dal valore inestimabile”

Tavagnasco, restaurato l’organo settecentesco “E’ un’opera unica, dal valore inestimabile”
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Un vero e proprio tesoro storico, culturale, artigianale e artistico è conservato nella chiesa parrocchiale di Santa Margherita a Tavagnasco. Si tratta dell’organo settecentesco a doppia tastiera realizzato da Andrea Luigi Serassi, il primo ad essere utilizzato nel Regno Sabaudo e secondo per valore storico in Europa, in virtù del suo meraviglioso stato di conservazione, che nella serata di ieri, venerdì 12 aprile, ha fatto nuovamente sentire il suo suono nel concerto organizzato dall’Associazione Organistica del Canavese, assieme alla presentazione del libro che narra le vicissitudini del pregiato strumento attraverso i secoli, scritto dallo storico Adriano Giacometto, che riassume le fasi salienti di una ricerca ancora oggi in atto, non solo a Tavagnasco ma anche nel Parmense e in collaborazione con l’Associazione Giuseppe Serassi.

Le operazioni di recupero conservativo e restauro del prezioso strumento musicale ha preso avvio nell’autunno del 2018, sotto la supervisione del maestro organaro Alessandro Rigola di Biella - che si è assunto il gravoso compito di smontare le 1.514 canne distribuite su 37 comandi di registrazione senza compromettere le parti originali del manufatto -, e sono costate complessivamente quasi 100mila euro, finanziati dalla comunità tavagnaschese stessa grazie al coordinamento intercorso tra la Parrocchia e il Comune. Curiosamente, un chiaro esempio di come la storia possa ripetersi, allo stesso modo, secoli fa, gli abitanti del paese misero mano ai portafogli per contribuire, ciascuno come poteva, a raccogliere i fondi necessari per la creazione del pregiato strumento musicale, che costava ai tempi la colossale cifra di 5mila lire. In virtù dello scarso numero di precedenti interventi restaurativi, che avrebbero potuto causare modifiche troppo intrusive o alteranti il materiale fonico dell’epoca, l’organo ha mantenuto la sua impostazione strutturale originale in attesa del fatidico momento di essere riportato ai suoi fasti settecenteschi. All’opera dei benefattori bisogna aggiungere l’apporto della Cei per circa 11mila euro, della fondazione Crt (19 mila euro) e del vincolante lascito di 86mila euro di Domenico Giacometto, che aveva imposto proprio la clausola di restaurare l’organo prima di lasciare il paese per avventurarsi negli Usa. «L’organo Serassi - ha commentato Domenico Giacometto - è un vero tesoro preservato nella sua forma originale, una macchina di grande complessità, la migliore, sotto il profilo della conservazione, delle 200 realizzate in 50 anni di attività da Serassi. Possiamo tranquillamente affermare che il suo valore sia inestimabile».

E indubbiamente è anche un motivo di orgoglio per l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giovanni Franchino, sempre in prima linea nel seguire le fasi di recupero dell’organo, fermamente intenzionata, una volta di più, a farne un dono per la comunità tavagnaschese.

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