Tassa di soggiorno, nel 2021 il tracollo Non tutti «piangono» allo stesso modo

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Il 2021 è stato un anno orribile, soprattutto per le località che vivono di sci alpino. Non avendo aperto gli impianti di risalita per tutta la stagione scorsa, anche la quasi totalità degli alberghi è rimasta chiusa e la tassa di soggiorno ha subito un tracollo, potendo contare solo sull’estate e sul mese di dicembre. Particolare la situazione di Cogne, dove la stagione forte è l’estate e anche nel 2021 vi è stata un’ottima affluenza. «Mancando lo sci da discesa, per noi l’inverno è un periodo debole, che porta più che altro valdostani, interessati ai nostri percorsi di sci nordico o alle cascate di ghiaccio» spiega Franco Allera, sindaco di Cogne. «I numeri parlano chiaro: se negli anni “buoni” incassiamo 120 mila euro, nel 2019 siamo saliti a 140 mila, mentre nel 2020 siamo scesi a 115 mila e nel 2021 a 91 mila euro». Anche Gressoney-Saint-Jean ha come periodo trainante l’estate, e in più qui non vi sono molti alberghi. Come riferisce Vanda Bieler, assessor comunale al Turismo, «La tassa 2021 ha registrato un calo solo del 20 per cento rispetto al 2020, perché l’estate è stata comunque buona e nel Natale 2020 era tutto chiuso, e del 24 per cento rispetto al 2019».

A Rhêmes-Notre-Dame il Comune per andare incontro alle attività turistiche aveva sospeso la tassa di soggiorno, l’unica sulla quale può decidere in autonomia l’amministrazione comunale, da giugno 2020 a giugno 2021. Per cui, come precisa il sindaco Firmino Thérisod, «Se in un anno normale come il 2018 gli introiti ammontavano a 15 mila euro, diventati nell’anno boom 2019 17.700 euro, da gennaio a giugno 2020 sono entrati 5.500 euro e da giugno a dicembre 2021 9.900 euro. In pratica la stagione invernale 2021 è stata disastrosa, con la sola pista di fondo di 14 chilometri aperta. Ci siamo un po’ ripresi nel periodo estivo, che è tornato ai livelli pre-Covid, con un’affluenza diluita su più settimane tra giugno e settembre, con il consueto picco tra fine luglio e fine agosto. Il calo è stato meno drammatico risptto a quello ipotizzato nel 2020, ma c’è stato».

Venendo invece alle località la cui economia invernale è basata sullo sci, gli scenari si fanno più drammatici. Alessandro Girod, sindaco di Gressoney-La-Trinité, parla di vera batosta portata dalla pandemia, con la tassa di soggiorno a 23 mila euro nel 2021 rispetto ai 90 mila euro del 2019, e appena 250 euro incassati nei primi quattro mesi del 2021: «Questi dati incidono non poco sul bilancio comunale, che deve comunque sostenere le spese per i servizi turistici essenziali, per esempio le navette, di solito coperti dalla tassa. Se l’anno scorso tali servizi erano ridotti a causa del Covid, nel 2022 sono tutti ripartiti, così come si sono tenuti gli eventi, sia nell’estate che nel periodo delle vacanze di Natale».

Anche per Michel Martinet, sindaco di Gressan, il calo rispetto al 2019, a causa della chiusura degli impianti a Pila e all’assenza dei turisti stranieri, è stato intorno all’80 per cento. «La situazione è stata decisamente delicata. Pur essendoci arrivati fondi dallo Stato e dalla Regione per supplire a questa mancanza di tassazione, ne hanno risentito gli investimenti sul turismo, su eventi e gare sportive, e i contributi ai consorzi turistici» dice il Sindaco.

Leggermente inferiore, e comunque intorno al meno 45 per cento, la flessione registrata a Courmayeur. «Sono mancati i 4 mesi tra gennaio e aprile 2021, l’estate è stata nella media, l’autunno di solito non incide molto e dicembre è stato in linea con gli anni pre-Covid perché, trattandosi del periodo di solito prescelto dagli italiani, si è avvertita meno la mancanza degli stranieri» commenta il sindaco Roberto Rota. «Non abbiamo tuttavia rinunciato agli eventi, finanziandoli con altre imposte, per esempio con l’Imu, che ha sostenuto in parte anche il turismo, per cercare di mantenere sempre alta la qualità e la varietà dell’offerta, soprattutto a dicembre 2021 per sostenere la ripresa».

Un calo analogo si è registrato ad Ayas, dove nel 2018 la tassa ammontava a 207mila euro, nel 2019 a 190mila, nel 2020 a 141mila e nel 2021 a 123mila. «Nel 2020 la stagione invernale è finita prima ed è mancato il mese di dicembre, in compenso l’estate è stata ottima. Nel 2021 una buona estate è stata seguita da un dicembre boom a partire dall’Immacolata, che ha reso la flessione rispetto all’anno precedente non troppo marcata» commenta il sindaco Alex Brunod. «I servizi turistici essenziali, quali le navette, li abbiamo comunque garantiti e finanziati. E nel 2022 speriamo di tornare ai 200mila euro degli anni pre-Covid».

Una débacle di oltre il 50 per cento ha colpito il Comune di Valtournenche. «La nostra tassa di soggiorno ammonta a circa 500 mila euro a regime normale, media anni pre-Covid» conferma l’assessore al Bilancio Elisa Cicco, «mentre l’anno scorso abbiamo raccolto solo 200 mila euro nei 2 mesi estivi e tra novembre e dicembre, che normalmente non sono la parte forte dell’anno. Il calo ha influito sulle manifestazioni turistiche. Il nostro regolamento prevede che la tassa di soggiorno vada a coprire la quota che il Comune dà al consorzio per coprire eventi e altre azioni legate al turismo. E in tal caso l’intero introito della tassa è andato al Consorzio. Per cui abbiamo dovuto contenere le spese. Ora siamo fiduciosi perché l’attuale stagione invernale attuale è andata bene».

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