Tassa di soggiorno, fino al 40% in meno nel 2020 «Però il vero problema si presenterà quest’anno»
L’emergenza economica legata al Coronavirus sta lasciando sul terreno perdite a doppia cifra, in particolare nelle località a forte vocazione turistica. Così emerge che nel 2020 i Comuni hanno incassato fino al 40 per cento in meno sul capitolo «tassa di soggiorno» rispetto al 2019. E la vera preoccupazione riguarda il 2021, che ha visto la perdita secca della stagione invernale, ci sta offrendo una primavera piena di incognite e ripone le uniche speranze sull’estate, con l’auspicio che si ripetano i numeri di agosto scorso.
«Non abbiamo ancora i dati consolidati - commenta Tiziana Turino assessore al Turismo del Comune di Ayas - però se anche il 2020 fosse rapportabile al 2019 per una qualche fortuna contingente, non sarei comunque soddisfatta. La politica ha fatto veramente poco per analizzare e commentare questi numeri, che non sono mere cifre inserite in una tabella. Ed è vergognoso dire che i dati sono incoraggianti. E’ solo un caso fortuito se il 2020 è paragonabile al 2019. E’ emersa chiaramente l’incapacità della politica, nazionale e regionale, che dovrebbe dare delle risposte, visto che dietro a questi numeri ci sono persone che non lavorano ormai da mesi. Come Amministrazione comunale stiamo cercando di mantenere delle certezze operative nel panorama turistico e di garantire una base di servizi che, se saremo messi nella condizione di lavorare, assicureremo ad Ayas. Di solito la tassa di soggiorno finanzia le navette gratuite ed è mia intenzione mantenerle. A tal fine predisporremo uno stanziamento provvisorio. Siamo pronti a rimodulare gli eventi di giorno in giorno, a seconda dei flussi. Se si potesse, per esempio, arrivare a fine settembre o a metà ottobre, saremmo pronti a offrire attrattive per i turisti. Le risorse sono già allocate per dare certezze agli operatori. Però tutto ha una gigantesca spada di Damocle, perché vivendo di turismo, dipendiamo dalle altre regioni».
Concordano sulle preoccupazioni per il 2021 Alessandro Girod e Mattia Alliod, sindaci rispettivamente di Gressoney-La-Trinité e di Gressoney-Saint-Jean, dove dei mesi turistici quelli invernali sono i più importanti. A sorpresa, a La-Trinité, nel 2020 i ricavi da tassa di soggiorno sono stati pari a 88 mila euro, contro i 90 mila del 2019, però si ipotizza un meno 50 per cento nel 2021: «L’anno scorso sono andati persi i mesi di marzo, aprile e dicembre, però l’estate ha superato le più rosee aspettative. Per contro, il mese di dicembre 2019 aveva avuto uno scarso innevamento» precisa Alessandro Girod. «Nel 2021, invece, tutta la stagione invernale è andata in fumo e sul futuro si addensano solo punti interrogativi». «A marzo 2021 abbiamo avuto un po’ di movimento per il film su Gucci, però è stato solo per una settimana» aggiunge Mattia Alliod, che riscontra una perdita di circa il 40 per cento (35 mila euro nel 2019, 20 mila nel 2020) anche se questa tassa impatta meno sulle casse comunali, rispetto a quanto avviene in altre località turistiche, poiché Gressoney-Saint- Jean ha più seconde case che hotel.
«Di solito» prosegue Mattia Alliod «Con la tassa di soggiorno finanziamo gli eventi turistici e le navette per lo sci e quelle estive: delle prime purtroppo quest’inverno non abbiamo avuto bisogno; le seconde le abbiamo già previste per l’estate, che speriamo sia favorevole come quella dell’anno scorso».
Ben poco ottimista è anche Roberto Rota, sindaco di Courmayeur: «Nel 2020 la sensazione è che sia un meno 30 per cento rispetto al 2019 e nel 2021 sarà meno 50 per cento. Dovremo fare tagli sulla promozione turistica e sull’animazione. A cascata, non essendoci i turisti, sono venuti meno anche gli introiti dei parcheggi. Di solito, tra imposta di soggiorno e parcheggi, incassavamo oltre 700 mila euro. Quest’inverno siamo vicini allo zero. Dovremo risparmiare sui servizi non essenziali».
Altre 2 località che vivono «di sci» sono Breuil-Cervinia e Valtournenche. La tassa di soggiorno relativa al Breuil è scesa del 58 per cento (536.656 euro nel 2019, 221.409 nel 2020), a Valtournenche di circa il 40 per cento (51.250 euro nel 2019, 28.106 nel 2020). «I dati si commentano da soli - dichiara il vicesindaco Nicole Maquignaz. «Questa tragica perdita si ripercuote su tutti i lavoratori del paese, che lavorano sul turismo in maniera diretta o indiretta. Stiamo cercando di mantenere tutto, tranne gli eventi saltati per il Covid. Lavoriamo sulla programmazione estiva, sperando che sia un’estate come la scorsa, con presenze che non si vedevano da anni».
Nel 2019 126 mila euro (la media degli ultimi anni è tra 100mila e 120 mila euro) che nel 2020 diventano 76 mila. Sono questi i numeri di Gressan, il cui sindaco Michel Martinet così commenta: «Se nel 2020 la perdita è stata contenuta perchè, grazie a Pila, per noi la stagione invernale è la più importante ed è stata troncata solo dal 9 marzo, poi l’estate è andata molto bene e abbiamo sofferto in autunno e a dicembre. Sarà delicatissimo il 2021, quando tutte le strutture ricettive sono rimaste chiuse. Il calo ha determinato tagli ad alcune manifestazioni o gare estive, che non si sono tenute anche per incompatibilità coi protocolli Covid».
Dopo aver incassato 18 mila euro nel 2019 e 5.500 nel primo semestre 2020, il sindaco di Rhêmes-Notre-Dame Firmino Thérisod ha deciso di sospendere la tassa di soggiorno nel secondo semestre, anche per andare incontro alle attività commerciali. Stessa strategia nel primo semestre 2021. Ed è saltato il finanziamento dello skibus, che peraltro quest’anno non sarebbe servito. «Non abbiamo patito molto la perdita perché, avendo meno turisti, abbiamo anche meno investimenti da realizzare. Sarà più dura la seconda parte del 2021» commenta Firmino Therisod.
A Cogne gli incassi della tassa di soggiorno sono stati 130 mila nel 2018, 141 mila nel 2019 e 104 mila nel 2020, però non tutti gli esercenti hanno già versato e si potrebbe anche arrivare a 110 mila euro. «La tassa del 2020 andrà nel bilancio 2021, dove abbiamo previsto 120 mila euro, che probabilmente non raggiungeremo» spiega il sindaco Franco Allera. «Una buona parte - circa 70 mila euro - della tassa di soggiorno finanzia, dal 2012, il trasporto estivo e invernale, consentendone la gratuità: questo servizio rimarrà. Da questo capitolo derivano pure contributi al Consorzio Turistico, insieme al quale si organizzano eventi sul territorio. Cogne è una località che ha un turismo prevalentemente estivo, con numeri invernali ridotti. Per questo non abbiamo patito molto il lockdown. Gennaio e febbraio erano andati bene. Poi purtroppo abbiamo dovuto annullare, per via di disdette generalizzate, i mondiali dello sci di fondo dei seniores in agenda dal 4 al 12 marzo 2020. Erano attese 1.500 persone in arrivo da tutto il mondo».
Ad Aosta (141 mila euro nel 2018, 139 mila nel 2019 e 111 mila nel 2020) «L’estate scorsa è andata molto bene, con afflussi maggiori rispetto agli anni precedenti. Siamo più preoccupati per il 2021» riferisce l’assessore comunale al Turismo Alina Sapinet. «Per la parte persa nel 2020 abbiamo compensato non organizzando i mercatini di Natale. Per il 2021 stiamo ipotizzando eventi, per ora solo sulla carta, poiché tutto è subordinato all’andamento dell’epidemia. La tassa di soggiorno va a coprire solo una parte delle spese per iniziative culturali, manifestazioni turistiche, luminarie e arredi urbani. Cercheremo di trovare fondi per creare un programma che possa attrarre i turisti, qualora sia possibile organizzare qualche evento».
Infine Mathieu Ferraris, sindaco di La Thuile: al momento non sono ancora disponibili i dati definitivi, anche perché «Abbiamo prorogato i termini per il versamento dell’imposta di soggiorno. E non sono stati ancora effettuati accertamenti sul 2020 per andare incontro alle difficoltà delle strutture alberghiere. C’è stato anche un ristoro da parte dello Stato ai Comuni per il mancato introito dell’imposta di soggiorno. A ciò si aggiungono i risparmi derivanti dal non aver proposto manifestazioni durante il periodo invernale e per la mancata attivazione del winter bus e della navetta. Quindi, per ora, non abbiamo dovuto rinunciare a progetti turistici per mancanza di risorse».