Svelati gli artigiani vincitori della Mostra concorso in attesa dell’Atelier des métiers e della Foire d’Eté
La 71esima Mostra concorso dell’artigianato di tradizione è stata inaugurata sabato scorso, 20 luglio. Allestita nel padiglione in piazza Chanoux ad Aosta, è aperta dalle 10 alle 22.30, fino a domani, domenica 28 luglio.
Mostra concorso: i premiati
Negli stand sono esposti oggetti ed opere in tema, che sono stati premiati, selezionati o anche ammessi fuori concorso.
Il contenitore più bello per lo spurgo della cagliata e relativo raccogli siero, per la categoria Attrezzi e oggetti per l’agricoltura, è quello di Enrico Chenal, seguito da Romano Hugonin al secondo posto mentre al terzo c’è Roger Brunodet. Il tema “Emozioni in verticale” accomuna diverse categorie: per la ceramica è assegnato solo il primo premio a Lab5Atelier di Silvia Fiore, così come per la sezione oro e argento è premiata solo Laura Giuffré. Nella scultura, per il bassorilievo troviamo al primo posto Erick Bionaz, al secondo Mauro Alidoro Pallais e al terzo Fabio Cerise, mentre nel tuttotondo i premiati sono, nell’ordine, Siro Vierin, Gianfranco Anzola e Rino Collé. Nella sezione Manufatti ARTernativi primo premio ex-aequo per Domus Picta di Sonia Biagiotti e per Armando Blanc. Non ci sono, invece, premiati per il vetro. La borsa è il tema per il tessile, dove sono premiate per quella in Chanvre di Champorcher Felicina Colliard e al secondo posto Maria Giovanna Casagrande e Bruna Baudin della cooperativa Lou Dzeut; Les Dentellières de Cogne portano a casa il primo premio per la realizzazione di Anna Rosset e Nella Blanc, il secondo per Viola Jeantet; la cooperativa Les Tisserands ottiene il primo premio per la borsa presentata da Luana Usel e il secondo per quella realizzata da lei e Aslik Aloyan. Non ci sono premiati per la riproduzione in miniatura del Forte di Bard né per i fiori in legno. Invece l’Ape Car, nella categoria giocattoli, ha stimolato la fantasia degli artigiani in modi molto diversi e originali: il primo premio va a Stefano Borettaz, seguito da Romano Hugonin e da Paolo Paris. Il cestino portafrutta, con intaglio decorativo, preferito dalla giuria è quello di Claudio Anzeloni, davanti a quelli di Milena Bertelli e di Piergiorgio Grosjean. Corrado Gaspard e Mario Boggia si aggiudicano rispettivamente il primo e secondo premio per l’espositore porta bottiglie in ferro battuto. Simone Fabbri, Rachele Abram e Alessandra Veruschka Fosseret sono nell’ordine i premiati per il portapenne in pelle e cuoio. Per i mobili, alla cassapanca di Falegnameria Concetto Legno di Flavio Chapellu il primo premio e a quella di Enrico Chenal il secondo. La culla in vimini, per la vannerie, è stata interpretata in modi e forme diversi, ma solo 2 sono premiate, quella di Matteo D’Agostino e, al secondo posto ex-aequo, le realizzazioni di Marco Marconi e di Josefa Carrera Y Alfonso. Per gli oggetti torniti, l’Abat-jour da tavolo vede premiati Romano Hugonin, Roberto Zavattaro ed Elso Bionaz, mentre la Grolla in pietra locale di Cesare Bottan ottiene il primo premio e quella di Roberto Zavattaro il secondo. Non ci sono premiati per il rame, la padella forata per castagne, assenti per mancanza di opere partecipanti anche il costume di Champorcher e gli zoccoli in cuoio, mentre per il “pioun”, la pantofola, viene assegnato un premio di partecipazione a Sara Barell della cooperativa D’Socka.
Ci sono poi i “premi-acquisto”, che la giuria ha assegnato insieme alla direttrice dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici della Diocesi Roberta Bordon e di Lara Dulicchio quale membro designato dalla Fondazione Trofeo Mezzalama. Sono stati selezionati lo scultore Giangiuseppe Barmasse per la figura di Emile Chanoux; per “L’arte di essere donna” l’opera di Raysor’g di Fabio Cornaz; infine Le petit Atelier di Luciano Regazzoni e lo scultore Enrico Massetto per le loro opere rappresentanti il Trofeo Mezzalama.
I commenti degli artigiani
Durante gli eventi di artigianato, di anno in anno, si creano legami e collaborazioni ed è quasi un rito quello di fare il giro del padiglione con un amico artigiano ed andare a commentare le opere con gli autori. C’è un po’ dell’arte da mobiliere di Flavio Chapellu per far stare insieme i legni chiari, di tiglio, dell’opera di Raysor’g di Fabio Cornaz. «Questa volta ho messo da parte ceramiche e smalti per dedicarmi a figure umane. - spiega Fabio Cornaz - Per il tema “L’arte di essere donna” ho scelto di rappresentare un simbolo femminile, la falce di luna, all’interno della quale una donna tira un uomo ed è accolta dal braccio della collettività femminile, maglie di una catena che fa andare avanti il mondo». C’è invece un po’ di pizzo delle Dentellières di Cogne nell’abat-jour di Roberto Zavattaro, che si è affidato ad Anna Rosse per il telo, il pizzo e i “babeuille”, i fuselli che decorano il pezzo. La sua grolla in pietra, richiama un pezzo decorato da un antenato, ma qui riproposta senza abbellimenti. Il modello viene subito riconosciuto da Bruno Franco, che con i suoi 82 anni è un decano tra gli artigiani: «In tanti hanno ripreso questo modello. Non sono invece soddisfatto delle scelte della giuria per il contenitore per lo spurgo del formaggio. E’ vero che sono l’unico non premiato, ma il primo classificato non ha un piatto, come richiesto, ed ha una forma che mi sembra poco funzionale». E’ perplesso anche Paolo Panozzo, fuori concorso con la sua “Tazza da parto” in ceramica. «Si tratta di un oggetto che nel Settecento veniva regalato alla neo mamma dalla parente più prossima. - racconta Paolo Panozzo - Il mio servizio da puerpera è costituito da 5 pezzi, zuccheriera con coperchio, scodella, tagliere e ciotola, che, compattati uno sopra l’altro, creano una scultura. Una “emozione verticale” per la nascita del nuovo bimbo«. Sarebbe servita la didascalia, dato che tutti i concorrenti hanno spiegato la loro opera in una piccola relazione. E’ stata aggiunta accanto alla targa di Tommaso Malaspina. «Ho realizzato un bassorilievo dedicato ad una esperienza che ho avuto al Lago Lexert - commenta Tommaso Malaspina - senza spiegazione non si capisce che è in tema “emozione verticale”. Mi sono raffigurato mentre attraverso lo specchio d’acqua sopra un cavo d’acciaio, sotto ci sono il lago e le mucche sul prato». C’è una didascalia per immagini accanto alla borsa trasformista di Luana Usel: «Ho immaginato una borsa-zainetto per le scampagnate. Quando si va via in bicicletta, si possono riporre oggetti nella tasca e indossarla sulle spalle, ma se al termine del giro serve un abbigliamento diverso, la borsa diventa gonna, con una comoda cerniera sul davanti».
Festival, Atelier e Foire
Ancora oggi, sabato 27, e domani, domenica 28, alle 20.30, in collaborazione con il Comune di Aosta, Foire Festival propone fuori dal padiglione in piazza Chanoux l’anteprima di GiocAosta e, domenica 28, il coro Singen mit herz.
Da giovedì 1° a domenica 4 agosto, dalle 10 alle 20.30, il padiglione di piazza Chanoux ospiterà l'Atelier des Métiers, con 44 artigiani che presentano oggetti in ferro battuto, mobili, intaglio decorativo, oggetti torniti, sculture, tessuti e calzature, lavorazioni in pelle e cuoio, oggetti per la casa, opere in ceramica, rame, vetro, oro e argento.
Fuori dal padiglione dell’Atelier, negli stessi giorni dalle 10 alle 19, c’è OrsOff, promosso da Regione e Ivat e realizzato dallo studio Seghesio e Grivon in collaborazione con l’Associazione Inarttendu e il grafico Pier Francesco Grizi. Come una “mostra diffusa”, 33 artisti-artigiani e 2 scuole (Il Liceo classico, artistico e musicale di Aosta e il Don Bosco di Châtillon) animeranno spazi pubblici e privati del centro storico.
Sabato prossimo, 3 agosto, dalle 10 alle 20.30, saranno ancora gli artigiani i protagonisti della Fiera estiva dell’artigianato. Per un totale di 436 iscritti, compresi i 44 professionisti dell’Atelier, saranno presenti sui banchi allestiti lungo le vie del centro artigiani hobbisti del settore tradizionale ed equiparato e del settore non tradizionale.