Superamento del “greening” e riduzione delle risorse Coldiretti: “La criticità maggiore adesso è l’incertezza”

Superamento del “greening” e riduzione delle risorse Coldiretti: “La criticità maggiore adesso è l’incertezza”
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Le novità relative alla Politica Agricola Comune (Pac) e al nuovo Programma di Sviluppo Rurale (Psr) sono al centro delle discussioni del mondo agricolo. Non mancano preoccupazioni in merito a vari provvedimenti che potranno modificare il quadro attuale. A fornire alcuni chiarimenti sono il direttore e il presidente della Coldiretti Valle d’Aosta Elio Gasco e Alessio Nicoletta.

Relativamente alla nuova Pac, quali sono i punti di forza, gli aspetti positivi?

«Al momento è molto difficile sbilanciarsi nelle valutazioni soprattutto in merito ai punti di forza perché stiamo parlando di una Pac che ha meno risorse, nata con valutazioni redatte in periodo pre-pandemico e pre-conflitto. - risponde il presidente Alessio Nicoletta - Sicuramente non è la Pac che desideravamo ma stiamo parlando di 35 miliardi di euro a livello nazionale che saranno comunque nella dotazione dei prossimi 5 anni e dei quali il nostro settore non può permettersi il lusso di perdere nemmeno un centesimo»

E quali sono, invece, gli aspetti più critici?

«Ad oggi - sottolinea il presidente Alessio Nicoletta - la criticità maggiore è l’incertezza con cui affrontiamo il momento. Basti pensare che il piano di sviluppo nazionale e i decreto sui pagamenti sono stati pubblicati a fine dicembre 2022. Quello che auspichiamo è che nel più breve tempo possibile ci siano i decreti attuativi che forniscano le indicazioni del caso. Sappiamo che, anche a fronte delle nostre sollecitazioni, la Regione Valle d’Aosta sta lavorando sui tavoli competenti per calare sul nostro territorio regole che a volte sono molto lontane dalla nostra realtà. Attendiamo fiduciosi le risposte nonostante il periodo di incertezza politica che stiamo attraversando non sia sicuramente di aiuto».

Si sente parlare della futura abolizione dei contributi del cosiddetto "greening" per gli alpeggi e di una ricollocazione di tali fondi a favore invece dei proprietari dei capi bovini: cosa c'è di vero?

«L’unica certezza che abbiamo - dice il direttore Elio Gasco - è che il “greening” con la nuova Pac è superato dal meccanismo degli Ecoschemi ovvero dei pagamenti aggiuntivi riconosciuti agli agricoltori che si impegnano volontariamente al rispetto di pratiche particolari in diversi settori che vanno oltre la condizionalità rafforzata. Ad oggi non sono ancora stati pubblicati i disciplinari dei diversi ecoschemi pertanto non si possono trarre affrettate conclusioni su chi percepirà il contributo».

Un'altra criticità che è stata segnalata, questa volta invece relativa ai fondi del Psr, è che per quanto riguarda le misure in proroga rispetto alla programmazione precedente non vi sarebbe la possibilità di inserire nuove domande: anche in questo caso, quale è la situazione?

«Come ogni periodo di transizione tra una programmazione e un’altra, - riflette Elio Gasco - potrebbero esserci delle difficoltà, ma confidiamo nell’operato dell’autorità di Gestione del Psr Valdostano che metterà in campo tutte le risorse per risolvere le stesse con celerità. Bisogna sottolineare però che la Regione Valle d’Aosta ha la capacità finanziaria per coprire tutte le domande presentate fino al 2023, cosa non così scontata in altri territori. I bandi nuovi delle misure annuali e quelli vecchi delle misure pluriennali sono comunque stati presentati, di conseguenza le aziende potranno accedervi per il 2023. Le uniche aziende escluse potranno essere eventualmente le nuove aziende che intendono presentare la domanda sulle misure pluriennali nel 2023 le quali dovranno attendere il prossimo anno, ma parliamo veramente di pochissime unità».

Quali altri fenomeni importanti sta attraversando l’agricoltura valdostana?

«Oggi dobbiamo diffidare dal tentativo di omologazione del cibo messo in atto dai grandi gruppi che detengono in mano il potere economico e finanziario mondiale. - conclude il presidente Alessio Nicoletta - Tutto questo passa attraverso alcuni sdoganamenti legislativi della Comunità Europea. A pesare sul Made in Italy a tavola sono anche il probabile arrivo delle prime richieste di autorizzazione alla messa in commercio di carne, pesce e latte sintetici, la minaccia delle etichette allarmistiche sul vino fino al semaforo ingannevole del Nutriscore che boccia le eccellenze tricolori o la possibilità di utilizzare le farine di insetti. Si tratta di un attacco diretto al valore e alla distintività delle nostre produzioni, riconosciute in tutto il mondo per la loro salubrità e per il loro stretto legame con il territorio da cui provengono che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta».

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