Sulle vette del Monte Rosa nonostante la disabilità: l’incredibile avventura di Andrea Landri e Massimo Coda

Sulle vette del Monte Rosa nonostante la disabilità: l’incredibile avventura di Andrea Landri e Massimo Coda
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E’ terminata con quarantotto ore di anticipo rispetto al programma l’avventura di Andrea Lanfri e Massimo Coda, due atleti con disabilità che hanno intrapreso la traversata del massiccio del Monte Rosa, facendo tappa su tutte le 21 vette sopra i 4.000 metri contando esclusivamente sulle loro forze. Un’idea che rientra nel progetto promosso dal Cai Biella “Nel segno di Quintino”, evento che intende festeggiare la conclusione dei lavori che hanno reso “plastic free” il rifugio Quintino Sella al Felik. Lanfri e Coda sono partiti domenica scorsa, 27 giugno, da Gressoney-La-Trinité e hanno fatto capolino a Breuil Cervinia ieri, venerdì 2 luglio, due giorni prima del previsto. “Questo tour del Rosa mi affascina molto”, ha spiegato Andrea Lanfri, che solo qualche settimana prima aveva completato con successo la traversata no-stop dall’Adriatico al Tirreno, salendo sul Corno Grande del Gran Sasso. “Salire una montagna è già qualcosa di bellissimo, ma intraprendere una traversata completa è ancora più intrigante. Tenda, fornello, protesi e tanta voglia di esplorare: questo è tutto ciò che abbiamo portato nel nostro zaino. Con Massimo ci siamo conosciuti in Marocco nell’aprile 2019, ospiti di un reality; stando 10 giorni insieme, abbiamo scoperto diverse passioni in comune, in primo luogo la montagna. Abbiamo iniziato a scalare cime semplici per affiatarci, fino ad arrivare a quelle più importanti”.

Massimo Coda - 50 anni di Biella - ha affrontato il Rosa con una protesi al titanio dal ginocchio in giù. Nel 2010, infatti, l’alpinista era rimasto vittima di un grave incidente in montagna, che lo aveva portato nel 2018, dopo un lungo calvario e svariati interventi chirurgici, all’amputazione dell’arto compromesso. Andrea Lanfri - 33 anni, di Lucca - nel 2015, dopo tanti mesi di ricovero ospedaliero per una meningite fulminate con sepsi meningococcica, si è trovato senza le gambe e con solo 7 dita delle mani. Nel luglio 2018, salendo alla Capanna Margherita, ha cercato di capire come poter migliorare: l’Everest, dove doveva andare nel 2020, resta l’obiettivo per il 2022.

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