Sulle case di comunità e sul meccanismo di valutazione dei dirigenti la Sezione di controllo della Corte dei Conti bacchetta la Regione
Il Ministero della Salute ha invitato «La Regione e i responsabili unici del procedimento dell'Azienda Usl della Valle d'Aosta a recuperare i ritardi accumulati» nell'ambito della realizzazione delle 4 case di comunità per le quali è previsto un finanziamento Pnrr di 3 milioni 493 mila euro.
Lo si legge nella relazione sul tema redatta dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti per la Valle d'Aosta.
Si tratta di strutture che erogano «Servizi sanitari di prossimità ai residenti, principalmente anziani» e volte «Alla riduzione del numero delle ospedalizzazioni». In tutta Italia ne sono previste oltre 1.400, per un totale di 2 miliardi di euro.
In Valle d'Aosta dovrebbero sorgere presso i poliambulatori di Morgex (850.166 euro), Aosta (516.176), Chatillon (820.571) e Donnas (1.303.117).
«Alla data del 31 marzo 2023, per nessuna della 4 case della comunità vi è stata l'approvazione di progettazione idonea per l'indizione della gara per la realizzazione», come previsto invece dal «Cronoprogramma relativo ai Milestone & Target», si legge nella relazione. Il conseguimento dei risultati «Secondo le tempistiche stabilite, rappresenta la condizione abilitante per il rimborso delle risorse da parte del ministero della Salute».
La Sezione di controllo della Corte dei conti per la Valle d'Aosta nella “Deliberazione sulla relazione del presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste sul sistema dei controlli interni e dei controlli effettuati nell'anno 2021”, inoltre, rileva che «Il meccanismo di controllo a fondamento della valutazione del personale con incarico dirigenziale andrebbe rivisto, in funzione di una valutazione fondata su parametri oggettivi, cui rapportare l'attività svolta dai dirigenti, svolta da strutture terze, che operino tramite le rilevazioni e le analisi proprie del controllo di gestione».
Secondo la Sezione di controllo della Corte dei Conti, poi, «L’Amministrazione regionale non provvede alla piena applicazione del criterio di rotazione dei dirigenti, dettato dalle prescrizioni in tema di prevenzione della corruzione». In generale, scrive la Sezione, «La disciplina del sistema dei controlli interni nella normativa regionale risulta frammentaria e non sufficiente e sconta l'assenza di una specifica struttura con competenze peculiari in materia. La soppressione della struttura Audit interno a partire dal mese di gennaio 2021 vanifica l'esigenza di individuare organi che svolgano i controlli previsti tanto dalla legislazione nazionale quanto da quella regionale in posizione di indipendenza e di separazione dai soggetti controllati». Su un altro fronte, la Regione «Non ha effettuato il monitoraggio del conseguimento né dei tempi di realizzazione degli obiettivi assegnati in seguito all'adozione del lavoro agile».