Sul ghiacciaio male equipaggiato L’allarme del Soccorso alpino

Sul ghiacciaio male equipaggiato L’allarme del Soccorso alpino
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Scarpe da trail, bermuda, felpa dai colori sgargianti e un cappello da pescatore. Camminava su un ghiacciaio lungo la via normale del Breithorn, a 4.000 metri di quota, tra l'alta Valtournenche e la Val d'Ayas. La sua foto è stata diffusa, schermandone il volto, dal Soccorso alpino valdostano per lanciare un allarme in vista del periodo di punta del turismo estivo. «È evidente che tale condotta sia molto pericolosa perché in caso di caduta in crepaccio questa persona ha pochissime possibilità di sopravvivenza» avverte il direttore del Soccorso alpino valdostano Paolo Comune. L'uomo era «Male equipaggiato: non è dotato di abbigliamento tecnico adeguato, né di scarponi, di ramponi, di casco e corda. Procede da solo, in una zona ad alto rischio di presenza di crepacci» evidenzia Paolo Comune. In caso di crollo di un ponte di neve e caduta in un crepaccio «Oltre alle conseguenze della caduta e dello sfregamento contro il ghiaccio, la permanenza nel crepaccio, con tale equipaggiamento, non consente la necessaria protezione dal freddo e l'ipotermia severa, che può verificarsi in tempi molto brevi, può portare alla morte». Paolo Comune aggiunge: «Purtroppo, nonostante i numerosi appelli alla prudenza, questi comportamenti sono molto frequenti. Per questo motivo torniamo a ribadire l'assoluta necessità di muoversi, in montagna, con attrezzatura e abbigliamento adeguati, con le opportune conoscenze del territorio e con la massima prudenza».

Intervento di soccorso

Sono finite poco dopo le 4.30 di ieri, venerdì 30 luglio, le operazioni di ricerca e recupero di un alpinista in difficoltà sul ghiacciaio del Miage nell’alta Val Veny a Courmayeur, condotte dal Soccorso Alpino Valdostano e della Guardia di finanza. L’uomo, un tedesco, attorno alle 19.30 di giovedì 29 luglio aveva segnalato alla famiglia in Germania di essere fermo, per un problema alla caviglia. I parenti hanno contattato i suoi amici in Italia, che hanno dato l’allarme alla Centrale Unica del Soccorso. Nonostante numerosi sorvoli in elicottero, fino al calar dell’oscurità, non è stato possibile individuare lo scalatore che non si riusciva a contattare per stabilire le coordinate esatte per le ricerche. Sono state formate delle squadre via terra, composte da tecnici del soccorso del Soccorso alpino valdostano e da militari di quello delle Fiamme Gialle, che hanno percorso il ghiacciaio, fino a trovarlo a notte inoltrata. L’alpinista era fermo a quota 2.300 metri. Portato a valle in barella, è stato affidato alle cure del personale sanitario.

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