Strepitoso bis di Farchetta: reina di terza categoria per il secondo anno consecutivo

Strepitoso bis di Farchetta: reina di terza categoria per il secondo anno consecutivo
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E’ un traguardo che supera ogni aspettativa, quello tagliato domenica scorsa, 22 ottobre, nel combat final all’arena Croix-Noire di Aosta da Farchetta di Lorenzo Rosset. Infatti la bovina di 6 anni e mezzo dell’allevatore 58enne di Nus ha concesso uno splendido bis e, dopo la prima vittoria dello scorso anno, si è riconfermata per la seconda volta consecutiva regina di terza categoria. In finale Farchetta ha incrociato le corna con Magaly di Alex Cerise di Fénis che in questo peso aveva vinto nel 2018 con Canaille. In semifinale Magaly aveva sconfitto Natty, - della famiglia Parléaz di Saint-Pierre, che a sua volta aveva fermato la corsa di Fauvette di Gildo Bonin di Gressan - dopo essersi rapidamente imposta nei quarti di finale su Zivà di Simon e Julien Charbonnier di Saint-Pierre. Farchetta, invece, aveva eliminato ai quarti di finale Mesquine dei frères Clos di Jovençan e in semifinale Scottish de La Borettaz di Gressan che nei quarti aveva battuto Pinson di Emanuela Machet di Saint-Denis. Una felicità immensa, perciò, per Lorenzo Rosset che ammette: «Ero convinto che per tutte le avversarie Farchetta sarebbe stata un ostacolo difficile da superare ma, sinceramente, non immaginavo che riuscisse a riconfermarsi regina». Un successo raggiunto dopo aver trascorso l’ultimo anno in stalla con le altre bovine e, come di consueto, salendo in estate all’alpeggio di Pierrey a Saint-Barthélemy di Nus - dove è sempre stata regina - di Giuseppe “Pino” Balicco al quale Lorenzo Rosset, che possiede 27 capi, è legato da una lunga e inossidabile amicizia. Unica precauzione, a Farchetta non è stato dato il mangime per evitare di superare il peso di terza categoria. D’altro canto Farchetta ha nel Dna la voglia di vincere, dato che la madre è Bandit, allevata dallo stesso Lorenzo Rosset, e il padre è figlio di Melodie di Piero Busso di Donnas, regina regionale di secondo peso nel 2013. A dire il vero per Farchetta non è stato tutto facile, anzi: infatti un sorteggio sfavorevole le aveva subito messo di fronte delle avversarie temibili che rischiavano di toglierle tutte le energie prima di arrivare in finale. «Per superare le prime fasi ha dovuto battersi con Mourina di Gildo Vallet e Guido Marguerettaz, la favoritissima della vigilia, regina a Montjovet, - ricorda Lorenzo Rosset - ma anche contro Reinette di Luca Vuillermoz, reina a Valtournenche. La sfida più impegnativa, però, è stata con Vipère di Massimiliano Garin, regina a Etroubles, che ha affaticato Farchetta al punto che temevo che non avrebbe avuto più forze sufficienti per proseguire. Invece, fortunatamente, la battaglia con Mesquine dei Clos è stata meno impegnativa delle altre, così ha rifiatato e ha ripreso coraggio per combattere e sconfiggere anche le ultime 2: Scottish de La Borettaz e Magaly di Alex Cerise. Nell’ultimo scontro per 10 secondi ho pensato che non ce l’avrebbe fatta, invece ha prevalso la voglia di vincere e così è riuscita a bissare il risultato dello scorso anno con il numero dorato che contraddistingueva, per la prima volta in 66 anni di batailles, le reines uscenti: il 147». Una curiosità: ma la mucca si chiama Falchetta o Farchetta, visto che compaiono entrambi i nomi sulle brochure delle batailles de reines? «E’ giusto Farchetta - risponde Lorenzo Rosset - perché nel patois che si parla in paese a Nus la “elle” si pronuncia “erre”». Lorenzo Rosset ringrazia tutti coloro che hanno reso possibile questo successo con il loro aiuto, ovvero «Pino Balicco per avermi tenuto le mucche d’estate, il pastore Andrea Toma che con grande passione ha coccolato Farchetta durante i mesi estivi, Italo Arlian che mi aiuta sempre tantissimo, mio cugino Mirko Rosset che quando termina il suo lavoro mi dà una mano, la mia compagna Leony Bordon, mia sorella Emanuela, i miei nipoti Patrick Goffredi e Luca e Alex Jeantet, mio zio Pino Rosset, il mio amico Michel Borroz nonché René Baravex con suo figlio Dennis che hanno accudito le mucche mentre ero nell’arena».

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