«Strage» di bar a causa del Covid Primato negativo della Valle d’Aosta

«Strage» di bar a causa del Covid Primato negativo della Valle d’Aosta
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Graziano Dominidiato, presidente uscente di Confcommercio VdA, è stato riconfermato all'unanimità - giovedì scorso, 21 aprile - a guidare per altri 5 anni l'associazione di categoria dei commercianti valdostani. Una conferma che certifica - come dice Graziano Dominidiato -, «La fiducia per ciò che si è fatto in questi primi 5 anni, contrassegnati dalle tantissime problematiche create dal Covid e che nonostante tutto, con la squadra dei miei collaboratori, siamo riusciti a superare ottenendo lusinghieri risultati. Con il nuovo mandato, dovremo affrontare altre sfide. Una molto importante è collegata al problema della carenza di personale che coinvolge il settore dei bar e della ristorazione». E guardando a 360 gradi si dovrà pure dare una risposta alle tante chiusure di esercizi pubblici avvenute in Valle d'Aosta, la regione che più di altre ha patito le restrizioni dovute alla pandemia. Secondo i dati di Unioncamere infatti, la pandemia ha chiuso addirittura 51 bar nella nostra regione. «Si, è un numero consistente - commenta Graziano Dominidiato -, bisognerebbe fare però un'indagine tramite la Camera di Commercio poiché molti di questi bar potrebbero aver chiuso con una partita Iva e riaperto con un'altra. Se questi numeri venissero confermati, allora sarebbe grave perchè significherebbe anche una grossa diminuzione di posti di lavoro».

Per quanto riguarda la carenza di personale, la responsabilità di questo problema è stata attribuita anche al «reddito di cittadinanza». «Una misura che invoglia a stare a casa - afferma Graziano Dominidiato - svolgendo magari qualche lavoretto “in nero” piuttosto che lavorare a ritmo sostenuto nei pubblici esercizi dove le festività sono un tabù». Un sistema da rivedere? «Certo, deve assolutamente finire: aiutare è giusto, ma solo chi ne ha stretta necessità».

E pensare che fino a qualche anno fa la Valle d'Aosta primeggiava a livello nazionale con 3,5 bar ogni 1.000 abitanti - dati Fipe - , un numero cresciuto anche grazie alla legge Bersani sulla liberalizzazione delle licenze: tutti, a differenza di quanto avveniva in passato, possono oggi infatti aprire un bar senza particolari difficoltà. Oggi puoi prendere un aperitivo o la colazione in panetteria e addirittura nei negozi di fiori. Una legge però che ha pure contribuito a impoverire il settore: se la torta è da dividere in 10 può andar bene, quando la devi dividere per 30 gli incassi mancano e questo è il grosso problema per tenere in piedi un'attività. Ecco allora le tante chiusure. Si intravede la classica luce in fondo al tunnel? «In questo momento, - continua Graziano Dominidiato - credo che la luce in fondo al tunnel sia un'illusione. Dopo la pandemia ci è arrivata tra capo e collo un'altra situazione difficile, la guerra che ha comportato una serie di aumenti, dalle materie prime all’energia. L'unico augurio che possiamo farci è che si ponga fine al più presto a questa guerra per dare di nuovo un po' di serenità alla gente e agli operatori commerciali».

Si poteva fare qualcosa di più per evitare questa crisi? «Noi come associazione, ma direi anche le istituzioni, abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare sia nel periodo pandemico che subito dopo e questo lo abbiamo visto dall'incremento del numero di iscritti. E’ stata “la prima volta” per tutti nell’affrontare queste situazioni, nessuno ha la bacchetta magica ed era naturale che venisse fuori qualche lacuna. Gli incentivi, cosa importante, sono arrivati - conclude Graziano Dominidiato -, e certamente ci saranno state delle disparità. Il momento era difficile, quindi qualcuno sarà stato più fortunato e altri meno. Come del resto capita sempre nella vita».

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