Storico passaggio di consegne nel turismo del Breuil Sertorelli prende in gestione l’Hotel Da Compagnoni

Storico passaggio di consegne nel turismo del Breuil Sertorelli prende in gestione l’Hotel Da Compagnoni
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Nel momento più difficile per il turismo valdostano, si è realizzato un passaggio di consegne storico nel mondo dell’accoglienza alberghiera di Breuil Cervinia. Quando finalmente gli impianti di risalita torneranno in funzione e riapriranno i confini tra le regioni, infatti, l’Hotel Da Compagnoni accoglierà i suoi clienti con una nuova gestione. A prenderlo in affitto è stata la famiglia Sertorelli, titolare anche dell’omonimo albergo nel centro della località.

L’Hotel Da Compagnoni - la cui prima pietra venne posata nel 1948 - è una struttura dalla grande storia, legata ad un personaggio leggendario dell’alpinismo mondiale, Achille Compagnoni, scomparso nel 2009 e conquistatore del K2 il 31 luglio del 1954 insieme a Lino Lacedelli; fu inoltre fondista partecipante ai Campionati mondiali e al Mezzalama, guida alpina, maestro di sci e persino attore, in due dei migliori film italiani di tutti i tempi come “La Grande Guerra” di Mario Monicelli del 1959 e “Tutti a casa” di Luigi Comencini del 1960, a fianco di Vittorio Gassman e Alberto Sordi. Un albergo quindi che è simbolo di una storia eccezionale, uno scrigno di memoria che lo rende famoso in tutto le Alpi e pure oltre.

Solo pochi anni fa il Da Compagnoni sembrava tra i “papabili” a cadere nelle mani del tour operator svedese Sts Alpresor - che già aveva acquisito l’adiacente Hotel Marmore -, voci insistenti che furono però sempre smentite da Elda Mossini, vedova di Achille Compagnoni e proprietaria dell’albergo, che gestiva insieme alla sorella Fernanda e che è mancata nel mese di novembre del 2018.

Ora è arrivata la svolta: Fernanda Mossini non se la sentiva più di portare avanti la struttura, che è quindi stata affittata alla famiglia Sertorelli, anch’essa punto di riferimento nella storia degli sport invernali e dell’ospitalità alberghiera.

«Le nostre famiglie sono legate da tanto tempo. - spiega Egidio Sertorelli - Mio padre Pierino era già amico di Achille. Il destino ha voluto che poi noi venissimo a Cervinia, dove nel 1993 abbiamo aperto il nostro albergo acquistando e ristrutturando completamente uno dei vecchi hotel nel cuore della stazione sciistica. Proprio Achille diceva sempre che, se non lo avesse fatto la sua famiglia, avrebbe voluto che a gestire il suo albergo fossimo stati noi; e così è ora. Ritengo questo passaggio un segno di continuità e un discorso di affetto prima ancora che una questione economica».

«Il Da Compagnoni è rimasto aperto fino allo scorso mese di maggio con la gestione dei proprietari. Ora gli interni sono stati ravvivati il minimo indispensabile e abbiamo effettuato gli adeguamenti per le normative anti-contagio. - prosegue Egidio Sertorelli - All’esterno, invece, poco prima di Capodanno abbiamo collocato una targa dedicata ad Achille e, in una vetrina, una bellissima fotografia con Gustav Thöni con le sue quattro Coppe del Mondo, mio zio Giacinto Sertorelli che è stato due volte medaglia d’argento ai Mondiali e Roland Thöni, che era cugino di Gustav e zio di mio figlio Peter». Alle immagini si accompagna una scritta: «Loro sono i campioni della mia famiglia, io il gestore dell’hotel. Peter Sertorelli Thöni».

«Avremmo dovuto aprire a Sant’Ambrogio ma naturalmente non è stato possibile e siamo rimasti in “stand by” fino ad ora. - dice ancora Egidio Sertorelli - Noi però non demordiamo. Appena sarà possibile, saremo pronti a partire, spero a metà febbraio. Voglio essere speranzoso. Essendo una struttura grande ma non grandissima, la nostra idea è di tenere aperto l’Hotel Da Compagnoni per tutto il periodo di funzionamento delle funivie, anche d’estate».

Naturalmente quando sarà possibile aprirà le porte pure il Sertorelli. «Siamo stati in attività con soddisfazione alla fine di ottobre e abbiamo ospitato fino a quattordici squadre nazionali di sci alpino. - conclude Egidio Sertorelli - Se ne parla poco però per noi alberghi di montagna restare chiusi comporta delle spese notevoli, perché il riscaldamento deve rimanere sempre acceso. Noi, comunque, abbiamo “in casa” anche alcuni collaboratori che aiutano a mantenere “vive” le strutture. Quando si potrà ripartire, ci faremo trovare pronti».

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