«Stop al progetto della centralina da 25 milioni»
È un progetto di lungo corso, di oltre 15 anni fa. Ora il Comune ha scelto di uscirne, e il circolo valdostano Legambiente chiede di bloccarlo del tutto. La centrale idroelettrica sui torrenti Vaudet e Grand Alpe, nell'alta Valgrisenche - un investimento di oltre 25 milioni di euro per un impianto che, turbinando le acque dei 2 torrenti affluenti del lago di Beauregard, avrebbe una potenza nominale annua di 3.350 chilowatt - così non si può fare. Nel 2006, era stata costituita la società Le Chatelet, partecipata all'80 per cento dal Comune e al 20 per cento dalla Fratelli Ronc di Introd. All'unanimità, a fine dicembre il Consiglio comunale ha approvato di cedere le sue quote. Nel 2016, Valgrisenche aveva chiesto ai Ronc di invertire le quote di partecipazione. Il circolo valdostano di Legambiente ha inviato nei giorni scorsi una lettera al Consiglio comunale di Valgrisenche e alla Giunta regionale, chiedendo di «Chiudere la società rinunciando definitivamente alla nuova centrale». Il presidente del circolo, Denis Buttol, ricorda che «La realizzazione della centrale comporterebbe un impatto ambientale enorme, sia per le grandi opere di sbancamento dovute alla costruzione della centrale, sia per le condotte forzate che dovranno congiungere in alta quota la parte iniziale dei due torrenti con una galleria e poi scendere fino al lago, sia per lo spostamento e la sistemazione degli inerti estratti dalla galleria, 70mila metri cubi».
Per Legambiente, il progetto vedrebbe la luce «Sul fragile territorio dell'alta valle a monte del lago, con dei rischi idrogeologici non indifferenti e con un impatto paesaggistico pesantissimo», ricordando che la Valgrisenche «Ha già sacrificato tutti i suoi corsi d'acqua all'idroelettrico: basta guardare il rigagnolo che attraversa il capoluogo». Per Legambiente, «Cedere l'80 per cento delle quote a un privato» vorrebbe dire concedere «Di realizzare il massimo profitto possibile anche a scapito dell'ambiente e dell'economia turistica locale: e al quel punto il Comune non avrà più voce in capitolo per difendere il proprio territorio». Il momento per lo stop sarebbe quello giusto: «Il progetto attualmente è scaduto, sia nella Valutazione dell'impatto ambientale, sia nell'Autorizzazione unica», e «Oggi lo stesso progetto non potrebbe più essere autorizzato, essendo in contrasto con le norme di tutela dei corsi d'acqua naturali promulgate negli anni recenti».