Stop al progetto Cime Bianche, lettera alla segretaria nazionale del Pd Elly Schlein
Il progetto di fattibilità per la funivia di Cime Bianche è arrivato in Consiglio regionale e, dopo le anticipazioni propagandistiche, «si può finalmente iniziare un attento lavoro di analisi» scrive Valle d’Aosta Aperta.
«Il confronto su questa opera va aperto a tutta la cittadinanza e reso trasparente: in gioco, oltre all'ambiente che vogliamo lasciare ai nostri figli e nipoti, vi è anche il dispendio di grandi cifre del bilancio regionale».
Venerdì prossimo, 12 maggio, alle 20.30, nella sala Bcc Valdostana di Aosta, VdA Aperta, in collaborazione con il progetto fotografico «L’ultimo vallone selvaggio. In difesa delle Cime Bianche», invita a partecipare ad un primo incontro pubblico intitolato «La battaglia per il Vallone. 150 milioni di motivi per salvare le Cime Bianche».
«Nella serata - prosegue la nota - faremo conoscere l'altro “versante” del progetto, quello nascosto, per comprendere adeguatamente l'impatto che tale impianto avrebbe sulla nostra comunità. Il rischio di veder spesi 150 milioni di euro d'investimento pubblico e il pericolo di scempio ambientale in una zona protetta ci impongono di portare il confronto fuori dal Palazzo».
Firmato Evi e Bonelli
«Ti scriviamo preoccupati per il futuro del vallone di Cime Bianche, che è un gioiello naturalistico inserito nella rete europea Natura 2000 dove la Regione Valle d'Aosta vorrebbe realizzare una devastante funivia». Inizia così la lettera, indirizzata nei giorni scorsi alla «cara Elly» Schlein, segretaria nazionale del Pd, e firmata dai co-portavoce di Europa verde Eleonora Evi e Angelo Bonelli. «Si tratta di un vallone - prosegue la lettera - dove non vi sono strade e non vi è edificazione e che è caratterizzato da un elevato valore ambientale e biologico tanto da essere individuato e classificato sia come Zsc (Zona speciale di conservazione) sia come Zps (Zona di protezione speciale)». Per Eleonora Evi e Angelo Bonelli, «l'impatto di un impianto funiviario di una decina di chilometri che lo attraverserebbe interamente con piloni alti fino a 50 metri, e che costerebbe oltre 100 milioni di euro a carico della Regione, è insostenibile ambientalmente e anche economicamente».
Nella lettera si ricorda che in Valle d’Aosta «sono contrarie a tale progetto tutte le associazioni ambientaliste, con in testa il Cai e Legambiente e il comitato locale Ripartire dalle Cime Bianche, ma anche tutte le forze politiche progressiste tra cui Rete civica, Europa verde, Sinistra italiana, Movimento 5 stelle, con l'unica eccezione del Partito democratico che finora si è rifugiato in un atteggiamento di silenzio e di astensione». Eleonora Evi e Angelo Bonelli ricordano che «vi sono in Consiglio regionale ben 5 consiglieri che fanno riferimento al Pd e che sono stati eletti nel settembre 2020 in una lista unitaria di progressisti che nel suo programma elettorale prevedeva un esplicito impegno alla difesa della integrità del vallone di Cime Bianche».