Stop a mascherine e Green pass per i clienti, però manca la ripresa

Stop a mascherine e Green pass per i clienti, però manca la ripresa
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Da domenica scorsa, 1° maggio, il Governo ha revocato l’obbligo di mascherine e Green pass per gli avventori di bar e ristoranti che invece è rimasto in vigore per titolari e dipendenti. Perciò non è stato un vero e proprio “libera tutti” nel settore dei pubblici esercizi, come ammettono i titolari delle attività. «Ho notato un po’ più di movimento - racconta Massimo Mercaldi di Chantilly Café di via Torino - ma soprattutto ho visto la gente felice di riappropriarsi della vita di tutti i giorni, di tornare alla normalità o quasi». Allora la pandemia di Covid-19 è già solo un brutto ricordo? «No e questo mi preoccupa molto, - ammette Massimo Mercaldi - con tutte le varianti del virus che sono state scoperte temo ciò che potrebbe accadere il prossimo inverno. Chissà cosa ci aspetta ancora. Però speriamo bene e nel frattempo godiamoci questo momento di relativa tregua nella lotta al Coronavirus».

Lorena Monaco, titolare del Bar Fornetto Siciliano di via Sant’Anselmo, riferisce che «Da domenica scorsa la gente appare più libera, tranquilla e serena, anche se l’affluenza nel mio locale non è molto aumentata rispetto ai giorni precedenti». Lorena Monaco è cauta nelle previsioni per il futuro: «Respiriamo un’aria diversa, è vero, ma è ancora presto per sostenere che siamo completamente fuori pericolo rispetto a nuove ondate di contagi. Bisogna fare molta attenzione. Al di là di questi timori, ovviamente mi auguro che la situazione continui a migliorare».

Michele Bellomo è il titolare del Café du Bourg, sempre in via Sant’Anselmo, e sostiene che «Dopo l’abolizione dell’obbligo di mascherine e Green pass per i clienti, il lavoro non è particolarmente aumentato». La posizione di Michele Bellomo è quindi piuttosto critica rispetto a come è stata gestita l’emergenza sanitaria. «Hanno tolto queste imposizioni per dare un contentino al nostro settore - è il suo amaro commento - per poi propinarci chissà cos’altro. Nel frattempo le bollette energetiche ci strangolano tanto che abbiamo il terrore di leggere gli importi quando arrivano. Quindi anche se aumentasse la clientela i maggiori guadagni servirebbero per pagare gas, luce e acqua. Siamo sempre in affanno».

Alessandro De Antoni, del Ristorante L’Osteria di via Porta Pretoria, afferma che «Nonostante da domenica 1° maggio per i clienti non sia più obbligatorio indossare la mascherina al chiuso, diversi di loro hanno continuato a usarla. Perché? Credo per abitudine, poi per la sensazione di sicurezza che questo dispositivo offre e forse pure per una forma di rispetto verso chi lavora. Non c’è stato un super affollamento dopo l’introduzione delle nuove regole, pertanto dobbiamo aspettare le prossime settimane per capire se si tornerà davvero alla normalità. Per quanto riguarda il pericolo dei contagi, però, è meglio non abbassare la guardia».

Dello stesso parere è Mohamed Shaker, titolare del Ristorante La Pace di via Torino: «Credo che la gente abbia ancora paura ed è per questo che il numero di clienti non è aumentato. Manca serenità: dopo la pandemia, che comunque non è finita perché il virus circola ancora, la guerra in Ucraina è una nuova fonte di ansia e preoccupazioni. Di conseguenza i turisti mancano, soprattutto francesi e svizzeri, e i pochi che arrivano si riversano nel centro storico. Voglio comunque essere ottimista e guardare con fiducia al futuro».

Secondo Giovanni Dambrosio, collaboratore del Ristorante Brasserie La Cave De Tillier nell’omonima via, «Le cose non vanno per niente bene. Anche se ci fosse stato un aumento dei clienti, i maggiori introiti sarebbero stati vanificati dal caro bollette. Ora la legge obbliga datori di lavoro e dipendenti di bar e ristoranti a indossare le mascherine a differenza dei clienti. A questo punto non so proprio più cosa pensare. Mi sembra una presa in giro».

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