Stefano Torrione: «Coronavirus, la malattia invisibile che non riesco a raccontare»

Stefano Torrione: «Coronavirus, la malattia invisibile che non riesco a raccontare»
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«Nonostante il difficile momento che stiamo vivendo non ho mai smesso di lavorare. Però temo che l’impatto della crisi economica nei prossimi mesi sarà drammatico». È un bilancio in chiaroscuro quello del fotografo Stefano Torrione il cui nome è conosciuto anche oltre i confini regionali e nazionali.

Nuove esperienze

«Recentemente - racconta Stefano Torrione - su Meridiani ho pubblicato un servizio sulla Valle di Cogne con immagini di paesaggi, delle miniere e del Parco del Gran Paradiso. Poi per In Viaggio ho curato un numero monografico sull’Aosta romana che è protagonista pure di un servizio su Bell’Italia in uscita nel prossimo mese di maggio». Stefano Torrione aggiunge che «Ho fatto un’esperienza per me nuova, realizzando un documentario in 3 puntate per la sede regionale della Rai in cui ho intervistato il grande fotografo Lorenzo Merlo, dal 1974 al 1987 direttore della Galleria fotografica della Fondazione Canon di Amsterdam, che ripercorre la sua vita e la sua carriera. Ho curato tutto, dalle riprese al montaggio».

Sicuramente soddisfazioni sono giunte dalla sua casa editrice «Con cui gestisco la filiera completa, dalla produzione alla distribuzione, dei miei libri» osserva Stefano Torrione. A tal proposito, Stefano Torrione segnala che il libro “Grande Guerra Bianca” è quasi esaurito. La pubblicazione raccoglie 4 anni di esplorazioni fotografiche sulle Alpi orientali, teatro del primo conflitto mondiale insieme ad una grande guida, Marco Gramola. Un lavoro già pubblicato per National Geographic Italia e allestito in varie mostre, tra le quali una al Forte di Bard nel 2018 che ha contato ben 30.000 visitatori.

Mostre chiuse

«Il capitolo mostre, invece, è inevitabilmente segnato dalle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. - commenta Stefano Torrione - Basti pensare, per esempio, che l’esposizione “Alpimagia. Riti, leggende e misteri dei popoli alpini”, curata da Augusto Golin e inaugurata sabato 19 settembre dello scorso anno al Museo civico di Bolzano, è rimasta aperta solo un mese. Peccato, perché aveva registrato 1.000 ingressi ed è per questo motivo che ho dato la disponibilità a prorogarla per tutta l’estate». “Alpimagia" era stata già allestita nel Museo Archeologico Regionale in piazza Roncas ad Aosta nel 2017. L'esposizione si compone di 92 fotografie a colori di grande formato, che ripercorrono i riti scanditi dall'antico calendario contadino attraverso 7 sale tematiche, in un viaggio che abbraccia un intero anno solare sulle montagne. Dalla Valle d'Aosta al Piemonte, dalla Lombardia al Friuli, dal Trentino all'Alto Adige, dal Friuli al Veneto, fino alla Liguria, Stefano Torrione ha percorso valli e paesi alla ricerca dei riti e delle feste delle comunità di montagna, componendo un grande affresco sulla cultura popolare alpina.

Malattia senza volto

Nei progetti per il futuro rientra un reportage sul Coronavirus? «Ci ho pensato a lungo - confessa Stefano Torrione - però non saprei come raccontare la pandemia con le immagini. Anche perché il Coronavirus è una malattia che nella sua rappresentazione è invisibile, con città vuote e persone senza volto, o perché in quanto sanitari resi irriconoscibili dai dispositivi di protezione personale, con mascherine, occhiali e tute, oppure perché vivono la condizione di pazienti e quindi devono indossare caschi a ossigeno. Io fotografo la gente e non ritrarre i volti è per me inconcepibile. Quindi impegnerò questo tempo sospeso dedicandomi ad altro, come a realizzare nuovi libri sulla Valle d’Aosta piuttosto che nella preparazione di viaggi, quando ovviamente sarà possibile tornare a muoversi. Il progetto sul Mediterraneo che ho in cantiere da tempo, per esempio, è bloccato. Nel 2020 sono riuscito ad andare in Etiopia, poi è stato impossibile raggiungere il Marocco che doveva essere la tappa successiva».

Un anno ancora difficile

Quali sono i timori per i prossimi mesi? «Credo che l’impatto della crisi economica sul mondo del lavoro sarà ancora più devastante di quello che abbiamo vissuto finora. - risponde Stefano Torrione - A soffrire è l’intero comparto artistico. Basti pensare che per 3 anni ho fatto le foto al Festival di Sanremo per la rivista TV Sorrisi e Canzoni e che quest’anno questo servizio è stato cancellato, vista la forma estremamente ridotta con la quale si è svolta la manifestazione. Insomma, ritengo che il 2021 sarà un anno ancora molto difficile per tutti».

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