Stangata Tari, cittadini infuriati Il Comune apre a una revisione

Stangata Tari, cittadini infuriati Il Comune apre a una revisione
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Rincari tra il 18 e il 22 per cento per tutti i contribuenti, siano essi proprietari di case o esercenti di attività: sono questi i numeri della stangata Tari, la tassa sui rifiuti, che si è abbattuta sugli aostani. Il dato emerge dagli avvisi di pagamento della Tari relativi al 2024 recapitati in questi giorni agli utenti del capoluogo regionale. Un servizio, quello della raccolta dei rifiuti, gestito dall’Assessorato dell’Ambiente la cui delega è affidata a Loris Sartore. In merito alle tante lamentele degli utenti, l’Amministrazione comunale precisa che «Come era già stato ampiamente espresso nel corso del Consiglio comunale dello scorso mese di giugno, quando era stata approvata la deliberazione contenente tariffe e agevolazioni della Tari per il 2024, il costo del servizio è lievitato dai 6, 6 milioni di euro del 2023 ai circa 8,1 milioni di euro di quest’anno. Tale incremento è previsto dall’aggiornamento del Piano Economico Finanziario (PEF) del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani per il biennio 2024- 2025 approvato dall’Assemblea, e nel rispetto del principio di integrale copertura dei costi previsto per legge, il Comune ha, dunque, l’obbligo di coprire la spesa per i servizi essenziali (quali acqua, illuminazione pubblica e, appunto la raccolta rifiuti) attraverso specifici tributi. È bene precisare, prima tutto, che gli aumenti tariffari che hanno interessato il servizio non dipendono in alcun modo dalla nuova formula di raccolta. L’incremento dell’importo della Tari per la cittadinanza - quello medio è stato pari a circa il 18 per cento - è dovuto a diversi motivi. Il più importante è l’aumento dei costi, la cosiddetta inflazione, che ha colpito tutti i beni e tutti servizi a partire dalla lievitazione dei prezzi di materie prime, energia, carburanti, ma anche gli adeguamenti salariali, che ha fatto sì che la società che gestisce l’appalto richiedesse, come previsto dal contratto, la revisione dei prezzi per poter riuscire a garantire il servizio. Inoltre, la spinta inflattiva ha costretto anche la società EnVal che gestisce il Centro di Trattamento di Rifiuti di Brissogne a aumentare le tariffe per il conferimento del materiale da trattare in discarica, con un effetto negativo per i costi per tutti i SubAto della regione e non solo per il Comune di Aosta. In conclusione, nessuna Amministrazione applica “a cuor leggero” aumenti ai tributi, e men che meno nel caso della Tari in cui l’incremento, lo si ripete, non è dovuto a una scelta politica ma alla necessità di coprire integralmente il costo del servizio. Peraltro, si ricorda che per le utenze domestiche è prevista l’esenzione della tassa alle famiglie con un Isee non superiore a 7.500 euro».

Una spiegazione che non convince il presidente dell’Ascom di Aosta Ermanno Bonomi che commenta: «E’ sempre facile ribaltare sui cittadini i maggiori costi di un servizio. Peccato che i commercianti debbano fare i salti mortali per fa quadrare i conti e che ai dipendenti, sia privati che pubblici, perciò compresi quelli del Comune di Aosta, non mi risulta siano stati aumentati gli stipendi del 20 per cento. Insomma, quando si chiedono più soldi ai cittadini ci si limita a un calcolo matematico del rincaro necessario per coprire i costi. Secondo me, invece, l’Amministrazione comunale, magari di concerto alla ma assieme alla Regione, dovrebbe individuare in fase di appalto un meccanismo per calmierare l’aumento dei prezzi, e di conseguenza le ricadute a cascata sugli utenti».

Il presidente dell’Ascom di Aosta Ermanno Bonomi

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