Stagione a gonfie vele, si pensa già al personale per l’estate «Serve qualche discopub in più per tenere i dipendenti»
E' stato un dicembre 2022 da record per il turismo in Valle d'Aosta. Il numero di arrivi nell'ultimo mese dell'anno, 113.813, è il più alto almeno dal 2005, da quando cioè sono disponibili le serie storiche diffuse dall'Assessorato regionale del Turismo.
E' stato infatti superato, seppur di poco, il precedente primato (113.217) che risaliva al dicembre 2018, che però detiene ancora il record di presenze (314.388). Nel dicembre scorso si sono infatti contate 310.278 notti trascorse, miglior dato dopo la pandemia e in linea con il pre-Covid (nel dicembre 2019 furono 313.027).
Guardando ai singoli comprensori turistici in termini di presenze, secondo i dati forniti dai delegati Adava, a Cervinia i numeri sono in linea con il mese di dicembre del 2021: la località ha fatto registrare un aumento di presenze intorno al 10 per cento, mentre per quanto riguarda il mese di gennaio siamo al più 15-20 per cento. La presenza degli stranieri è intorno all’80 per cento. Situazione simile a Valtournenche e nella media Valle del Cervino (comprensorio di Antey) dove però la percentuale di stranieri non supera il 50 per cento.
Nel comprensorio di Gressoney nel mese di dicembre scorso c’è stato un aumento delle presenze del 17 per cento rispetto il 2021, mentre gennaio ha fatto registrare un più 14 per cento rispetto al 2022. Le previsioni sembrano rosee per la zona che fanno pensare agli operatori turistici che il mese di febbraio potrebbe chiudersi con il 60 per cento in più di presenze rispetto il 2022.
A Courmayeur stagione più che positiva: i numeri superano il periodo pre-Covid con la prevalenza di turisti stranieri («ottimo il mese di febbraio» segnala Stefano Cavaliere). Courmayeur, tra l’altro, indica già una forte domanda per l’estate grazie al Tour du Mont Blanc.
L’inverno è stato fino a oggi generoso pure a Cogne «con i numeri più alti degli ultimi anni, a gennaio in particolare» rileva Pietro Imbimbo Roullet. Per quanto riguarda la presenza negli alberghi la maggioranza è italiana (circa il 60 per cento), mentre per le strutture più piccole ciò che ha fatto la differenza è stata la maggiore richiesta della clientela straniera delle cascate di ghiaccio.
In crescita le presenze nella Valle di Rhêmes, dove tra dicembre e febbraio si è già fatto notare il ritorno dei turisti francesi, svizzeri e belgi: più 30 per cento.
Se la cavano bene anche Châtillon e Saint-Vincent. Per la prima località si parla del periodo delle feste a dicembre con il tutto esaurito e molto buoni i mesi di gennaio e febbraio con il 50 per cento di stranieri e il 50 per cento di italiani nelle presenze. Per Saint-Vincent i numeri indicano più 21 per cento del mese di dicembre 2022 rispetto alle presenze del dicembre 2021 e del 50/60 per cento di presenze straniere, anche se si tratta di «ancora pochi gruppi rispetto a prima del 2019» riferisce Carlo Motto Ros.
In crescita anche il turismo nel comprensorio di Pont-Saint-Martin: più 15 per cento rispetto il periodo 2019-2020, più 12 per cento rispetto il periodo 2021-2022 secondo Giorgia Vigna Lasina, che è anche presidente dei giovani albergatori: «Come provenienza il nostro mercato di riferimento è quello di prossimità, Lombardia, Liguria, Piemonte. Nel 2022/23 abbiamo registrato un piccolo aumento del mercato europeo rispetto agli anni precedenti».
Aosta ha fatto registrare un aumento delle presenze compreso tra il 10 per cento rispetto al 2019 e il 37 per cento rispetto al 2021 con la conferma del ritorno di francesi e svizzeri come segnala Jeannette Bondaz. «Da qui in avanti, esaurito sui fine settimana ma soggiorni brevi. - spiega Erika Galassi - Clienti prevalentemente italiani o stranieri di prossimità. Manca lo straniero del nord Europa che portava soggiorni più lunghi».
Presidente soddisfatto
«È stato un buon avvio di stagione - dice Luigi Fosson, presidente dell’Adava - un ritorno al periodo pre-Covid. Nonostante l’incertezza che regnava per tanti fattori come per esempio la guerra tra Russia e Ucraina, le cose vanno meglio. Naturalmente i flussi dalla Russia sono bloccati mentre si registra il discreto ritorno di turisti provenienti dal nord dell’Europa. Dunque, è andata abbastanza bene fino a oggi e, per il momento, possiamo dire di essere soddisfatti guardando anche ai prossimi mesi».
Lo «zampino» a fine gennaio per il buon risultato delle presenze è di sicuro anche quello della Fiera di Sant’Orso.
«È così - conferma Luigi Fosson -. È stato un ottimo gennaio grazie anche alla Foire che ha favorito la ricettività del fondo valle. Non bisogna dimenticare neppure la Foire de Donnas che ha fatto registrare anch’essa buoni numeri. Non vi sono grosse nubi all’orizzonte per il nostro settore se non quelle che abbiamo già sulla testa, tanto per fare un esempio il caro bollette che, a conti fatti, ci toglie utili. Se per quanto riguarda la stagione invernale, possiamo dire che le cose sono andate finora bene, ci preoccupa, invece, la ricerca del personale per la stagione estiva. Abbiamo sempre da fare i conti con la concorrenza del mare dove i giovani preferiscono andare a lavorare durante l’estate. Per rimediare a ciò, molti albergatori valdostani hanno fidelizzato il personale con contratti a tempo indeterminato e stipendi in linea con il resto d’Italia, in molti casi anche superiori ad altre realtà. I giovani, però, cercano luoghi dove, al di fuori dell’ambiente di lavoro, possono trovare divertimenti e momenti per socializzare. E’ arrivato il momento di pensare pure a questo aspetto, dico che qualche “discopub” in più non sarebbe male per la Valle d’Aosta».