Stage estivi in Italia e all’estero per numerosi studenti che frequentano l’Ecole Hôtelière

Stage estivi in Italia e all’estero per numerosi studenti che frequentano l’Ecole Hôtelière
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Sono iniziati gli stage estivi dell’Ecole Hôtelière de la Vallée d’Aoste che coinvolgeranno gli studenti del secondo anno del percorso triennale e del percorso quinquennale e quelli del terzo anno del percorso quinquennale. Grazie al supporto dell’Adava - Associazione Albergatori Valle d’Aosta, che individua le strutture interessate, quelli attivati sono circa 100 e si svolgono per lo più in Valle d’Aosta ma anche oltre confine, con alcuni ragazzi del quarto anno partiti per uno stage facoltativo all’estero. La durata va dalle 120 ore per il secondo anno del percorso di istruzione alle 160 ore per tutti gli altri.

Tre sono gli stage nelle strutture della rete Les Collectionneurs, uno tra i più importanti network di professionisti dell'alta ristorazione e dell’ospitalità, una “community” che conta oltre 45 anni di attività e più di 540 membri in Europa. Grazie a questa rete, 2 ragazzi del terzo anno - Marco Agati e Marco Pietripaoli - stanno svolgendo l’attività al ristorante stellato “Villa Maiella”, a Guardiagrele, in provincia di Chieti, e 1 studente di quarta - Pietro Margiotta - nel ristorante stellato “Inkiostro” di Parma.

Sono inoltre stati attivati 8 stage all’estero, riservati agli studenti di quarta che ne hanno fatto richiesta. Tra questi, 2 ragazzi - Julian Mella e Alessio Michelini - hanno da poco concluso la loro esperienza presso la prestigiosa “Cocina Hermanos Torres” di Barcellona, nel mese di giugno; in 4 - Iolanda Modarelli, Martina Cout, André Henry e Francesco Lombard - stanno svolgendo lo stage a Cipro al “Kanika Hotels & Resorts” e 2 studenti - Camilla Armaroli e Nantas Quaranta - alla struttura stellata “La ferme di Chozal” a Hauteluche, in Savoia.

«Queste sono esperienze dense di significato per i nostri ragazzi, per alcuni dei quali è la prima in azienda, in quello che considerano il “mondo degli adulti”. - racconta Mirko Sarteur, coordinatore dell’alternanza scuola-lavoro - È inoltre bello vedere come diversi studenti sono disposti a lasciare temporaneamente le loro sicurezze e comodità per realizzare delle esperienze lontano da casa, dove misurarsi con il nuovo e il mutevole. Ma sono positive anche per le aziende, sia sotto il profilo etico, contribuendo alla crescita dei ragazzi, che sotto quello professionale in quanto per insegnare ai giovani sono stimolate a sistematizzare il proprio know-how».

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