“SOS Culture”: ipotesi alternative alla gestione esterna della Saison

“SOS Culture”: ipotesi alternative alla gestione esterna della Saison
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Una fondazione, o forse un’associazione di associazioni, potrebbe garantire la presenza di eventi che esprimono la cultura e le tradizioni valdostane nella Saison Culturelle dopo che la Regione ha deciso di affidarne la gestione all’esterno tramite un bando. È una delle ipotesi emerse durante la serata “SOS Culture” di mercoledì scorso, 15 febbraio, alla Cittadella dei Giovani di Aosta, organizzata dall’associazione Patoué eun meuseucca con Vincent Boniface alla quale hanno partecipato 50 tra artisti, autori ed esponenti del mondo culturale valdostano. Tema dell’incontro era, appunto, trovare una soluzione alternativa a quelle prospettate dall’assessore regionale ai Beni culturali Jean-Pierre Guichardaz e dal dirigente Raphael Desaymonet. «Quando siamo stati ricevuti dall’assessore Jean-Pierre Guichardaz - ha riferito Vincent Boniface - ci è stato proposto di organizzare una “Saison terroir”, ma abbiamo detto di no: non vogliamo essere relegati in una “riserva indiana” per coloro che fanno arte in francese e in patois». Dal canto suo, l’assessore Jean-Pierre Guichardaz proprio mercoledì scorso ha annunciato che «Presto convocheremo una conferenza stampa per spiegare i contenuti della procedura di affidamento in appalto della gestione di alcuni servizi tecnici dello Splendor e del servizio di programmazione artistica della Saison, procedura che avevamo anticipato già quasi un anno fa. In pochi mesi sono già andati e a breve andranno in pensione un bel numero di dipendenti che si sono storicamente occupati di organizzare e gestire la Saison. E come sanno tutti per sostituire il personale i tempi sono lunghi e i processi di assunzione sono complessi e non automatici». Manca il personale, manca il tempo per trovare alternative. «Non sappiamo se il nostro interlocutore di oggi sarà lo stesso fra qualche giorno - ha aggiunto Vincent Boniface - dobbiamo proporre rapidamente una soluzione». La prospettiva che nella futura gestione della Saison sia favorito il Teatro Stabile di Torino non alletta chi si sente coinvolto in prima persona. «La prima Saison teatrale ci è stata richiesta dall’allora assessora Maria Ida Viglino - hanno ricordato Michèle Chenuil e Livio Viano - non possiamo diventare ora la succursale di un teatro fuori Valle». L’ipotesi di creare una fondazione valdostana, che possa concorrere con l’ipotesi di un appalto all’esterno, serpeggia ma fa anche sorgere dubbi concreti. «Dovremmo avere anche la certezza di un budget. - sottolinea Luigi Fosson, in arte Luis de Jyaryot - Potrebbe essere una soluzione una fondazione valdostana che possa agire con il milione e 800mila euro che ora si spende per la Saison». Intanto, mentre si chiudono le porte della Regione, gli artisti valdostani vedono socchiudersi quelle del Comune di Aosta. «Immaginiamo che il bando non possa essere ritirato ora. - è intervenuto il sindaco Gianni Nuti - Avrà un capitolato di gara stringente, che tutelerà la cultura locale. I primi 2 anni, del 2+2, andranno così. Possiamo darci questi primi 2 anni di tempo, lavorare sulla Cittadella e sul Teatro Giacosa, magari con un’associazione di associazioni, e preparare una situazione più strutturata per il 2025. Anche il discorso della fondazione è interessante: ci si potrebbe appoggiare ad una esistente, per non moltiplicare gli oneri e le spese».

Il momento sarebbe propizio, con il Giacosa ancora privo di un gestore e la gestione della Cittadella in scadenza. Gli artisti dovranno poi trovare un accordo sulla direzione artistica, che da più parti viene caldeggiata: una direzione che tuteli il particolarismo valdostano e non permetta più di scegliere gli spettacoli solo da “cataloghi milanesi”.

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