«Sono contento che il film tratto dal mio romanzo sia girato in Valle d’Aosta»

«Sono contento che il film tratto dal mio romanzo sia girato in Valle d’Aosta»
Pubblicato:
Aggiornato:

Paolo Cognetti, originario di Milano, è l’autore del romanzo ambientato in Valle d’Aosta Le otto montagne con cui, nel 2017, ha vinto il prestigioso Premio Strega e dal quale verrà tratto un film che è in fase di realizzazione. Nel 2018 è uscito per Einaudi Senza mai arrivare in cima, racconto di viaggio basato sulla sua esperienza nelle montagne dell'Himalaya. Paolo Cognetti si è trasferito nella nostra regione e abita a Estoul di Brusson.

Ci può anticipare qualche dettaglio sul film, al di là dei casting che sono in corso?

«Sto seguendo come consulente la lavorazione del film, sul quale tuttavia non si possono ancora diffondere informazioni. Non sono lo sceneggiatore, ma do consigli. Del resto, ho studiato cinema alla Scuola Luchino Visconti di Milano e sono stato appassionato di documentari per circa 10 anni. E’ il primo film tratto da un mio libro e ne sono molto contento, soprattutto perché la storia che ho scritto si poteva ambientare e girare in un’altra località di montagna e invece si è scelto di rimanere in Valle d’Aosta, in modo da lasciare la regione protagonista».

Quali progetti ha in Valle d’Aosta?

«Il mio progetto più importante a breve è il rifugio che aprirò a 1900 metri dopo 3 anni di lavori l’estate prossima in un alpeggio sopra Estoul, sulla strada verso i Laghi Palasinaz. Sarà un ostello con 12 posti letto, in una vecchia stalla, che ho acquistato grazie ai proventi del libro Le otto montagne. Sarà anche un circolo culturale permanente, dove si terranno incontri, spettacoli, concerti e iniziative culturali di vario tipo legate alla montagna, che spero trovino il loro pubblico. Io sarò il proprietario, mentre a gestirlo sarà l’associazione culturale di Brusson Orogalli. Dapprima sarà aperto solo d’estate; l’obiettivo a medio termine è tenerlo aperto tutto l’anno, a beneficio di tutti gli appassionati di montagna».

Si terrà la prossima edizione de Il richiamo della foresta?

«No, il Festival sarà sostituito da questo rifugio, che proporrà singole giornate e singole iniziative più sostenibili e meno costose. I miei timori sono legati alle dimensioni del Festival, nella consapevolezza che dopo le prime 3 edizioni non poteva crescere ulteriormente. Mille persone nel bosco sono già tante. Non desidero un evento di massa della durata di 3 giorni, quanto piuttosto una serie di eventi diffusi. Tra questi magari il documentario Sogni di grande Nord, dalle Alpi all’Alaska, un viaggio da Estoul ai miti fondanti che mi hanno spinto ad andare a vivere lì, che doveva essere presentato a dicembre 2020. Ora sto aspettando l’occasione giusta per presentarlo».

Abbonamento Digitale La Valléè
Archivio notizie
Aprile 2024
L M M G V S D
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930