Sono ben dodici anni di presenza e di evoluzione su questo giornale

Sono ben dodici anni di presenza e di evoluzione su questo giornale
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L’anno che è appena trascorso è stato di transizione tra uno spazio-tempo abbastanza definito, e subito, per molti ad un altro ancora totalmente nebuloso ma già denso di incertezze come mai si erano vissute prima anche andando indietro nelle cronache dei secoli, o meglio dei millenni precedenti. Infatti, quello che sta accadendo per la prima volta ha diffusione globale e non più locale come era accaduto in passato. Ecco perché questa rubrica si è adeguata mutando non solo il suo nome ma anche i contenuti che - rispetto ai suoi 11 precedenti anni di presenza su La Vallée Notizie durante i quali le tematiche affrontate presentavano differenti prospettive dalle quali interpretarle - da qualche mese vengono sviluppati sull’urgenza di informarsi e di approfondire da più fonti quello che sta avvenendo. E facendo seguire il tutto a piani personali e personalizzati, non più delegabili, della propria esistenza. Dunque informazione, auto rieducazione e quindi azione. Qualcuno ha paragonato questo periodo a quello durante il quale iniziò a crollare e quindi a svanire l’Impero Romano (d’Occidente), e probabilmente vi sono molte analogie. Allora come oggi le grandi città si trasformarono, o si svelarono per quello che sostanzialmente erano: delle trappole disumane. Finalizzate a chi deteneva il potere. Adatte allora come oggi ad esseri con strutture sociali come quelle di certi insetti - dove ogni essere non esiste e non ha importanza a livello individuale (a parte la Regina) - non certo a degli umani. Infatti le nostre esigenze prioritarie nelle stesse non hanno mai potuto avere la considerazione e l’attenzione come avveniva normalmente nelle strutture sociali tribali, che hanno caratterizzato la maggior parte dell’esistenza della nostra specie sulla Terra. Non a caso, mentre soprattutto nei Paesi del Terzo e del Quarto Mondo, si è assistito in questi ultimi decenni all’esodo di milioni di persone dalle campagne alle megalopoli - sancendo il loro definitivo distacco dai luoghi non solo di produzione del cibo, ma anche di relazioni con gli altri esseri viventi e con i ritmi stagionali - sono sorte sempre più numerose nelle nazioni occidentali forme di riaggregazione tra famiglie con varie attività collettive legate all’agricoltura e allevamento su scala umana e non industriale. Come con il crollo dell’Impero, senza più punti e “sommi capi” di riferimento, diversi nuclei familiari si allearono a trovare insieme soluzioni concrete locali, facendo ri-nascere ad esempio soprattutto in ambiti più naturali come la montagna, la cultura del villaggio (hameau), di recente con l’emergenza dovuta al Covid, è di molto cresciuto appunto il fenomeno dell’ecovillaggio. Nel nostro prossimo appuntamento tratteremo di una parte della storia di quella sfortunata e coraggiosa guerriera di nome Agitu Gudeta che è passata quasi inosservata, e che invece ci riguarda tutti.

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