Softair sulle colline di Quassolo e Tavagnasco, i giochi di guerra scatenano la polemica tra Amministrazioni comunali, residenti e associazioni pacifiste

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Un gioco di guerra simulata softair (sport di squadra basato sulle simulazioni di azioni militari con tanto di equipaggiamento armato a salve identico a quello utilizzato dagli eserciti regolari) tra le colline di Quassolo e Tavagnasco ha scatenato nei giorni scorsi la polemica tra Comuni, cittadini e associazioni pacifiste. La manifestazione sportiva (poiché tali “wargames” sono ormai considerati, al di là della categoria di gioco di strategia, discipline sportive competitive a tutti gli effetti) organizzata da Csain Piemonte e dall’associazione sportiva Campo Luini, con la sezione softair Lupi del Moncenisio, si è svolta nei territori appunto tra Quassolo e Tavagnasco, comprendendo la zona boscosa del versante montano quassolese di località Praja e Cascinagrande, dove sorgono diverse baite, alcune delle quali abbandonate. Proprio qui sono stati allestiti i campi base dei partecipanti (una quarantina) alla simulazione bellica, con tende, generatore a scoppio e ritrovi strategici per le otto coppie protagoniste del gioco di guerra, impegnate nella conquista di specifici obiettivi nascosti nel bosco. I proprietari dei terreni coinvolti, tramite il loro legale eporediese, hanno però inviato una lettera ad Agostino Blanc sindaco di Quassolo, esprimendo la loro contrarietà all’ipotetica «invasione» dei loro possedimenti. Come evidenziato dal Comune di Tavagnasco le aree in questione erano state regolarmente concesse, con autorizzazione ufficiale, dal Comune stesso e non contemplavano intrusioni in proprietà private. A questa prima levata di scudi ha fatto eco l’azione dei gruppi e delle associazioni pacifiste di Ivrea, che hanno criticato il patrocinio concesso dai Comuni di Quassolo e Tavagnasco per l’evento che, stando alle loro parole, pur in forma di gioco sportivo simula atti di guerra.

«Le guerre non possono mai essere oggetto di gioco» si legge nel loro comunicato, che prosegue: «Le due associazioni sportive organizzatrici non devono organizzare per i giovani dei giochi di guerra, perché le guerre sono contrarie ai principi dello sport e più che mai lontane dal gioco». Ad appoggiare questa posizione anche la corale parrocchiale di Quassolo, che si è rivolta al Sindaco evidenziando come «ai giovani vada insegnato come amare il prossimo, le proprie radici e il territorio con altre iniziative, non spargendo semi di guerra in assetto da combattimento con armi, benché giocattolo». Piuttosto amareggiati gli organizzatori della simulazione, a partire dal neosindaco di Tavagnasco Moreno Nicoletta. «Quanto clamore suscitato per quello che non è altro che un evento sportivo. Stiamo parlando di un gioco di ruolo e di persone che praticano sport», ha sottolineato il Sindaco. «I nostri associati non sono guerrafondai», ha rimarcato Luca Novero, responsabile sezione softair Lupi del Moncenisio dell’A.S.D. Campo Luini, «ma solo sportivi e persone mature che si mettono a dura prova, svolgendo in poche ore grandi percorsi di trekking con importanti dislivelli. La nostra associazione fa parte del Circuito MSA, sodalizio composto da altre 12 società sparse in tutta Italia che amano la natura e lo sport, con l’aggiunta della componente del gioco di ruolo».

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