Sicurezza in Europa, conferenza in Biblioteca di Luca Zampaglione
Originario di Aosta, dove ha operato in Polizia, Luca Zampaglione è tornato per raccontare la sua esperienza di direttore di eu-LISA, l’unità di sicurezza in Europa. L’incontro si è svolto nella sala conferenze della Biblioteca regionale “Bruno Salvadori” di Aosta mercoledì scorso, 28 febbraio, ed è stato l’occasione per presentare al pubblico non specialistico le iniziative dell’Unione europea per la sicurezza negli spostamenti, la protezione dei richiedenti asilo e dei migranti, la fluidità nei viaggi e la cooperazione nelle questioni che riguardano la giustizia. Luca Zampaglione, dopo 17 anni nella Polizia di Stato, dal 2000 lavora nell'agenzia Europol e dal 2013 nell’agenzia eu-LISA, fra Tallinn in Estonia, Strasburgo in Francia e Sankt Johannim Pongau in Austria. «Lavorare per l’Europa è un’esperienza straordinaria» ha affermato Luca Zampaglione. L’agenzia eu-LISA impiega 400 dipendenti, più i consulenti a contratto, e ha un portafoglio progetti di circa 2 miliardi di euro. «All’interno di eu-LISA troviamo alcuni sistemi informatici su larga scala: SIS, il sistema informatico Schenghen, il VIS che permette di controllare i visti ed EURODAC per controllare migranti e richiedenti asilo. - ha spiegato Luca Zampaglione - Ma ci sono anche molti altri sistemi futuri, alcuni dei quali entreranno in funzione già nel corso del 2024, per migliorare l’interoperabilità». Luca Zampaglione ha aggiunto: «La prima domanda che ci si è posti è stata: come controllare i movimenti se non ci sono più frontiere? Esiste una banca dati centralizzata in cui tutte le polizie possono inserire i loro dati ed è fondamentale per garantire la sicurezza nella libera circolazione». Le segnalazioni su identità o oggetti si chiamano alert: ce ne sono oltre 90 milioni, la maggior parte riguarda documenti persi o rubati. «Abbiamo un nuovo Sistema Schenghen dal 2023, perché deve sempre evolvere. - ha precisato Luca Zampaglione - Rileva e confronta impronte digitali, facciali e DNA. Può anche registrare impronte latenti, cioè che non si sa a chi appartengono ma che in un confronto successivo possono essere identificate».