Siccità e grandine, viticoltori in trincea: “Vendemmia mai così in anticipo, crollo della produzione”

Siccità e grandine, viticoltori in trincea: “Vendemmia mai così in anticipo, crollo della produzione”
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In anticipo sulla media degli ultimi 10 anni, nei primi 3 giorni di questa settimana - tra lunedì 16 e mercoledì 18 agosto - l’azienda vinicola Les Crêtes di Aymavilles ha terminato la raccolta della base spumante di uve a bacca bianca. La decisione di anticipare i tempi della vendemmia è legata alla siccità che, in Valle d’Aosta come altrove, ha creato non pochi problemi a tutto il settore dell’agricoltura.

«Abbiamo raccolto uve sane, dal punto di vista della qualità, ottime rispetto all'annata passata - afferma Giulio Corti contitolare, assieme alla famiglia Charrère, della storica cantina - e ci aspettiamo una leggera crescita dei quantitativi. Abbiamo già iniziato a lavorare l’uva in pressa. E’ molto sana e questo aspetto ci rende più tranquilli. L’unica criticità che avremo è che l’uva pesa poco; saremo forse in linea con lo scorso anno, ma con rese più basse. Questo significa, quindi, minore quantità di prodotto finale. Un annata davvero particolare. La fortuna di molti viticoltori, quindi anche di noi di Les Crêtes è di avere impianti di irrigazione di soccorso e questo ci ha consentito di tamponare la situazione. Caldo e siccità hanno portato a un anticipo di cinque o sei giorni sul record storico di inizio di vendemmia. Questa siccità porta forti contrasti quando arriva la pioggia sotto forma di “bombe d’acqua” che al terreno non servono, anzi creano solo forti danni. Diciamo che le vendemmie stanno diventando difficili, sembrano ormai una continua corsa a ostacoli tra gelate primaverili e bombe d’acqua o grandine!»

«Difficile per il momento dire se siamo in anticipo o in ritardo, perché noi vendemmiamo generalmente nella seconda metà di ottobre. - parole di Mario Dalbard, storico presidente de La Cave de Donnas - Vero è che la siccità ha colpito fortemente, ma prima ancora abbiamo avuto la grandine e oggi la zona che sta patendo di più è quella compresa tra Donnas e Pont- Saint-Martin. Ci sarà sicuramente una minore resa tra uva e vino. La qualità, invece, potrebbe essere ottima, perché essendo i grappoli ricchi di acini molto asciutti, c’è una maggiore concentrazione di zucchero e quindi dal punto di vista qualitativo quello che si salverà sarà ottimo».

«Minore resa e uva più asciutta, sicuramente. - sottolinea il presidente del Cervim Stefano Celi - Però se sarà di buona qualità non possiamo ancora saperlo. Questa è la vera incognita. Con la siccità, in alcune zone della regione, le viti hanno smesso di produrre. La vendemmia anticipata non è il vero problema, l’importante è che ci sia l’uva e che sia bella. Per il momento, possiamo però già ipotizzare una perdita tra il 30 e il 40 per cento di produzione in cantina e che su 2 milioni di bottiglie prodotte in un anno, la prossima vendemmia porterà a una perdita al momento stimata in 500mila bottiglie. In Valle d’Aosta, la produzione finale sarà di 1 milione e mezzo».

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