Si è spento Paolo Botalla-Buscaglia: era un grande appassionato di calcio, di bocce e della buona cucina
Paolo Botalla-Buscaglia amava il calcio, le bocce e la buona tavola in compagnia degli amici per i quali era semplicemente “Bot”. Si è spento mercoledì scorso, 23 ottobre, all’Ospedale regionale a 73 anni, da poco compiuti, essendo venuto al mondo il 13 ottobre 1951 ad Aosta. Il papà era Angelo Botalla-Buscaglia che con la moglie Alessandrina Varvello gestiva l’omonima impresa che commerciava materiale edile in via Stevenin ed aveva il fratello gemello, Roberto, mancato il 20 settembre 1999. Paolo Botalla-Buscaglia si era diplomato ragioniere: fu assunto all’Autoporto e successivamente lavorò al Carrefour di Pollein. Il 3 maggio 1980 si sposò con Elia Impieri e dal loro matrimonio nacquero nel 1980 Alessandro, sacerdote salesiano, e nel 1988 Stefano, di professione fabbro. Sia lui che suo fratello gemello avevano una grande passione per lo sport: Paolo seguiva le bocce e l’Aosta e Roberto il calcio con la società Saint-Christophe. Negli anni Ottanta e Novanta Paolo “Boit” era una presenza fissa al Puchoz, iscritto al Club Fedelissimi che aveva sede proprio al Bar du Jardin, il locale che lui e il fratello Roberto frequentavano abitualmente. Inoltre giocava a bocce sui campi della storica Osteria Peretto a pochi passi dal Bar du Jardin, all’angolo di via Challand, per poi trasferirsi al Crer, diventato in seguito Le Boulevard, dove negli ultimi anni è stato pure dirigente. Inoltre dal 2004 era nell’associazione Les Amis de la table ronde, come vice del presidente Paolo Ciancamerla, collaborando sempre attivamente per l’organizzazione delle gite e dei tornei di belote, gioco in cui era particolarmente abile. Benvoluto da tutti per la simpatia e le battute scherzose e coinvolgenti, era una persona buona e portava in ogni contesto allegria, malgrado la vita negli ultimi tempi non fosse stata clemente con lui, tanto da fargli perdere la vista dopo avere contratto il Covid. La parlata piemontese e il tifo per il Torino erano i suoi cavalli di battaglia. «Lascia un grande vuoto - commenta Paolo Ciancamerla - e, dato che lo conoscevo e frequentavo da 45 anni, una parte di me se ne va con lui». Paolo Botalla-Buscaglia è stato salutato per l’ultima volta da amici e parenti ieri, venerdì 25, nel santuario aostano dell’Immacolata.