Si è spento Milco Macori, uomo di sport e grande preparatore di auto da rally
Nelle affollate gare dello sci di fondo degli anni Ottanta Milco Macori si faceva notare per il suo stile, sciava così bene che divenne maestro, un traguardo importante per chi ama gli sport della neve, anche se lui amava tutti gli sport, una passione che gli aveva trasmesso il papà Renzo.
Nato il 22 dicembre del 1963, Milco Macori è mancato domenica scorsa, 17 marzo, sessantenne, nella grande casa intitolata a Jean Baptiste Festaz, dove era ricoverato da tre anni e mezzo per l’aggravarsi della rara malattia neurodegenerativa di cui soffriva da tempo. Figlio di Rita Chaussod e appunto di Renzo Macori, meccanico di professione, ma pugile in gioventù e corridore assiduo delle martze a pià, l’attività estiva di chi poi in inverno si metteva ai piedi gli sci stretti. Così era stato per Milco, ragazzo intraprendente e competitivo fin da piccolo, con buoni risultati sia nel podismo che nel fondo, sino a diventare appunto maestro di sci.
E’ chiaro però che respirando ogni giorno l’ambiente dell’officina di famiglia a Saint-Christophe, non poteva non appassionarsi alle auto e ai motori, che con il tempo sono diventati la sua vita. Dalla metà degli anni Ottanta all’inizio del Duemila è stato protagonista nei rally, sia come pilota che - soprattutto - come preparatore di auto per tanti colleghi. Aveva le “mani d’oro” e per questo motivo era stato nei reparti che contano: alla Renault in Francia e in altri team ufficiali, come quelli di Mitsubishi, Subaru e Abarth, collaborando pure con lo storico preparatore, il torinese Piero Lavazza.
Fu nel 1988, che decise di scendere in lizza nel Rally della Valle d’Aosta dopo avere aiutato tanti piloti. Insieme a Marco Diotto si piazzarono 25esimi assoluti con l’Autobianchi A112 Abarth, un’auto mitica. Nel 1991 e nel 1992 con Renzo Blanc e la Peugeot 205 Rallye si confrontarono ad alto livello, con ottimi risultati in Coppa Italia, vincendo e salendo sul podio parecchio volte nella loro classe. Nel 1999 tornò al “Valle” e lo fece con il fratello Eric (classe 1966) come navigatore: l’unica corsa che hanno fatto insieme e che chiusero 46esimi sulla Peugeot 306. Poi ancora un ritorno, l’ultimo, nel 2004, questa volta con Francesco Raso e il ritiro al “Rally della Valle d’Aosta” su Renault Clio. «Ci siamo conosciuti nel 1985, quando preparò la 112 Abarth guidata dal compianto Massimo Dufour e navigata da me al “Valle”. - ricorda Franco Negri - Milco ha corso anche lui diversi rally, aveva un buon piede. Ed era bravissimo a livello meccanico, come preparatore. Una persona squisita, lascia un bellissimo ricordo.»
Milco Macori in ogni situazione conservava lo spirito del ragazzo allegro, sempre pronto a scherzare, ad inventarsi qualcosa, unito alla disponibilità nei confronti degli altri e anche per questa ragione si era trovato a suo agio nell’ambiente dei Vigili del fuoco, il suo lavoro come professionista, prima che la malattia, manifestatasi quindici anni fa, non lo obbligasse all’inattività, sempre accudito amorevolmente dal fratello Eric.
La sua scomparsa ha commosso tanti e così è stato pure al funerale di martedì nella chiesa del Villair di Quart, ricordato con emozione ed affetto. Oltre a Eric, alla cognata Manuela Tonino e alla nipote Martina, lascia le figlie Karin e Katia e il nipotino Simone.