Si è spento il dolce sorriso di Albertina “Betty” Raspino

Si è spento il dolce sorriso di Albertina “Betty” Raspino
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Betty Raspino era una nuvola sorridente nella via De Tillier degli anni Settanta e Ottanta. Passo veloce, sempre elegante, con un suo stile ben preciso, amata da tutti i colleghi degli altri commerci. Ora quel sorriso è diventato un richiamo nella sua epigrafe. «Il mio sorriso è stato la mia forza e la mia maschera» ed è così che i congiunti di Albertina Raspino - Betty per gli aostani - hanno voluto ricordare una donna dolce, solare, innamorata della sua famiglia e del lavoro, alla quale la vita ha riservato prove troppo dolorose.

Lei arrivava da Torino, dove era nata il 17 gennaio del 1948, figlia di Mario e di Maria Pipino, genitori pure di Zaveria, venuta alla luce il 5 settembre 1942 con il gemello Ferdinando mancato 2 anni fa, noto pallavolista dell’Olimpia. I suoi avevano un albergo di famiglia, “La Beccaccia”, al Colle dell’Eremo, ma proprio quando Betty aveva pochi mesi Mario Raspino accettò la proposta del fratellastro Americo Deorsola di trasferirsi ad Aosta, dove i Deorsola avevano impiantato la loro bella azienda all’inizio di viale Gran San Bernardo - con la produzione di panettoni, colombe e cioccolato con il marchio “Chocolat Valdotain”- ed avevano rilevato il panificio dei Vietti nell’angolo stondato di via De Tillier con via Gramsci. Pur conservando il nome di Panetteria Deorsola, dai primi anni Cinquanta divenne Raspino come indicavano le lettere rosse applicate sulla facciata in marmo bianco, un negozio molto frequentato, di fronte all’Ancien Bazar, al tabacchino Bertotti, alla Drogheria Ollietti, a fianco al Petit Bar: praticamente il centro del centro della città. Da Raspino tutto si poteva acquistare, oltre al pane e ai dolciumi, i salumi, la pasta fresca, i prodotti artigianali realizzati da Mario che lasciava la gestione del commercio alla moglie Maria.

Dopo il diploma di segretaria d’azienda, Betty Raspino venne assunta dallo Studio Piaggio, noti commercialisti di Aosta di cui divenne una presenza affidabile, alternando però l’aiuto in negozio alla mamma Maria dopo la scomparsa del papà Mario avvenuta nel 1972. Con il doppio ingresso e la cassa ancora posizionata in mezzo alle due uscite, Betty dirigeva con simpatia la squadra delle sue esperte commesse, chiaccherando con le centinaia di clienti abituali che sin dal mattino affolavano il caratteristico spazio. Nel 1984 mancò anche Maria e lei proseguì nella gestione della panetteria fino al 1986, quando la cedette alla famiglia Scarlatta, che poi la lasciò per fare spazio all’abbigliamento femminile.

Albertina Raspino rimase la storica segretaria dello Studio Piaggio fino al 2008, poi passò allo Studio Frand-Genisot sino al raggiungimento della pensione. Sposata il 1° dicembre 1973 con Silvano Sofi, dipendente della Cogne mancato nel 2016, divenne mamma dall’11 febbraio 1978 di Erika - impiegata all’Inva, che proprio oggi compie quarantacinque anni - e dal 18 gennaio 1980 di Alberto, il suo ragazzo mancato ventiquattrenne in un incidente stradale a Saint-Pierre. Una tragedia che per Betty è stata una ferita inguaribile, un dolore immenso che nascondeva dietro un dolcissimo sorriso e alla sua immagine di donna forte.

Betty Raspino è mancata martedì scorso, 7 febbraio, all’Ospedale Mauriziano di Torino, a causa di problemi cardiaci. Ieri, venerdì 10, l’ultimo saluto con una benedizione impartita nella Sala del commiato del Cimitero di Aosta.

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