Si restaura un rascard del 1713 nel villaggio di Cunéaz, ad Ayas “Testimonianza rurale walser”
Un rascard del 1713 a Cunéaz di Ayas in ottimo stato di conservazione rispetto alla situazione generale dei fabbricati di questa tipologia presenti nella Val d’Ayas è ora protagonista di un progetto di restauro redatto a quattro mani dall’architetto Diego Brustia di Novara che abita da vent’anni a Ayas, in qualità di direttore dei lavori, e dal geometra Nadir Artaz.
Un’operazione edilizia che coinvolge solo ditte della zona - l’imprenditore edile Maurizio Formica, l’idraulico Elvis Artaz e l’elettricista Savino Vacquin - e che prevede l’effettuazione della maggior parte dei lavori nel corso del 2022, a partire dalla primavera, considerato che il rascard si trova a circa 2.000 metri di quota, tanto che in questo autunno i primi interventi sono durati circa un mese e mezzo, fino ad ottobre.
L’obiettivo finale per la proprietaria Cristina Barlocco di Busto Arsizio, che frequentando dai primi anni Settanta il comprensorio di Ayas aveva notato il rascard, acquistandolo poi nel marzo del 2019 da ben tredici proprietari, è quello di conservare una testimonianza dell’architettura rurale walser. Il progetto prevede la realizzazione di due appartamenti - il primo nella parte in muratura, di una settantina di metri quadrati e il secondo nella struttura sovrastante in legno di circa centoventi metri, ognuno su due livelli - e di uno spazio destinato a centro culturale che potrebbe ospitare per esempio degli incontri sulla fotografia, che è una delle passioni di Cristina Barlocco.
«Chiaramente non modificheremo nulla rispetto alla struttura originaria. - spiega appunto Cristina Barlocco - La Soprintendenza regionale per i Beni culturali ha approvato l’apertura di alcune piccole finestre nella zona giorno. Il fatto di conservare senza innovare e di salvare dall’incuria la Madonnina affrescata nella nicchia sopra la porta e le volte della parte in pietra, mi trova completamente in sintonia.»
La Regione, ai sensi della legge regionale numero 27 del 1993, ha quindi riconosciuto all’intervento un contributo di 122mila euro, pari al sessanta per cento della spesa ammessa di 204mila euro, mentre l’intervento complessivo per il recupero della parte strutturale del rascard di Cunéaz, censito come fabbricato documento, ammonta a 229mila euro.
«Una delle particolarità di questo fabbricato rurale - sottolinea l’architetto Diego Brustia - è che non vi sono parti lignee provenienti da altri edifici, come è possibile trovare in altri rascard. E’ tutto originale e in buono stato di conservazione, sia esternamente che internamente. Anche la parte murata in pietra, da quando gli è stata posata sopra la struttura in legno, non è più stata modificata. Però negli anni le infiltrazioni di acqua hanno comunque creato dei danni e in particolare il tetto ne ha risentito. Lo rifaremo quindi in primavera, cercando di recuperare tutte le travature. Per ora sono stati effettuati i lavori di consolidamento della parte in muratura.»
«La particolarità del restauro conservativo che effettueremo - conclude Diego Brustia - è quella che il rascard assolverà anche alla funzione statica strutturale, mentre nella grande maggioranza di interventi analoghi la struttura lignea rimane solamente per una funzione estetica e al suo interno viene costruita un’altra struttura per garantire la statica dell’edificio. Invece all’interno il rascard di Cunéaz manterrà la matrice originaria intatta.»