Si è fermato il cuore del regista Michele Peyretti, abitava a Gignod

Si è fermato il cuore del regista Michele Peyretti, abitava a Gignod
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Riposa nella tomba di famiglia a Saluzzo, il regista Michele Peyretti. Avrebbe compiuto 67 anni giovedì 16 aprile prossimo, ma la sua grande anima è tornata in cielo nella notte tra venerdì scorso, 20 marzo, e sabato 21. È mancato nella sua casa a Les Maisonettes di Gignod, dove risiedeva dall’agosto 2016. A trovarlo ormai privo di vita nella sua camera, è stato lo scenografo Sauro Romano che abitava con lui. Il regista aveva già sofferto in passato di disturbi cardiaci e un infarto gli è stato fatale. Michele Peyretti era un valdostano di adozione, benché avesse mantenuto un solido legame con il Canavese dove coltivava amicizie di lunga data e aveva vissuto a lungo - specialmente ad Aglié - lavorando con Rete Canavese e Tele Alpi. Nella su carriera aveva collaborato con nomi di primo piano del panorama cinematografico italiano. Nato a Torino nel 1953, regista del grande e del iccolo schermo, dopo il Liceo classico aveva frequenta la facolta? di Amministrazione Aziendale con specializzazione in Marketing Management. Iniziò a lavorare nel cinema con Luigi Comencini, Massimo Dallamano, Carlo Ausino, Mario Monicelli, Gian Pagani e Bruno Cortini per poi dirigere le sue opere tra le quali “The Gift, la rosa nera” e “Un posto per noi”, premiato al Festival du Cinema de Bruxelles 1995. Autore e regista di programmi e fiction televisive per Italia Uno, Antenna Italia, Euro Tv, Tele Alpi, Cinquestelle e Rai 3, come autore ha scritto “I misteri delle valli”, “La storia e il trasporto prima dell’Unita? d’Italia fino ai giorni nostri” e “Sant’Antonio di Ranverso, la permanenza del gotico” editi da Roberto Chiaramonte Editore per cui ha girato 54 documentari. Dal 2014 ha realizzato numerosi prodotti per la sede Rai della Valle d’Aosta, tra i quali “La veillà delle meraviglie”, “Les sonnailles frogée di Mauro Savin”, “Patoué eun mezeucca”, “La renaissence des anciennes métiers retrouvés”, “Rencontres extraordinaires” e “Le vol de Anouk”, presentato al 21esimo Grand Paradis Film Festival e destinato al mercato televisivo francofono. Stefano Saccottelli, attore canavesano che Peyretti diresse proprio in “Le vol de Anouk” e suo grande amico, lo ricorda così: «Hai raccontato la Vallée che tanto amavi come pochi altri: entrambi valdostani nel cuore, più che nell'anagrafe, come solo si può essere dopo essere stati stregati da quelle montagne. Lo hai fatto con la tua macchina da presa, la tua tigna di "ambientalista giusto" (come amavi definirti) e la scorza di una generazione di "operai" del cinetelevisivo che non ci sono più». Poi, un commosso saluto: «Dovunque tu sia, sappi che tutto quello che hai fatto e ci hai lasciato non sarà vano».

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