Si concludono gli eventi per il centenario del Parco del Gran Paradiso Concorso per il corpo di sorveglianza: mille domande per nove posti

Si concludono gli eventi per il centenario del Parco del Gran Paradiso Concorso per il corpo di sorveglianza: mille domande per nove posti
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Il Parco del Gran Paradiso conclude i festeggiamenti del primo secolo di vita con un evento istituzionale che si svolgerà sabato prossimo, 3 dicembre, a partire dalle 16.30, al Castello di Sarre. Un luogo simbolico ed evocativo (era da lì che il re Vittorio Emanuele II partiva per le battute di caccia nella sua riserva reale) per un momento che sarà la chiusura ufficiale delle numerose iniziative che si sono svolte nei 13 Comuni del Parco. Un punto di arrivo e soprattutto di partenza verso nuovi obiettivi, perché solo attraverso la conservazione e l’ulteriore valorizzazione di ciò che è stato fatto in questi 100 anni si può guardare alle sfide del futuro che sono centrate soprattutto sulla consapevolezza che la tutela delle biodiversità è il valore aggiunto per il turismo del futuro. All’evento di sabato 3 è prevista la presenza del ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e oltre al direttore del Parco Bruno Bassano, anche dei direttori dei Parchi Nazionali d’Abruzzo, Lazio e Molise e della Vanoise.

«Conservazione e sviluppo. Sembrano i grandi temi legati all’attualità di oggi, e del periodo che stiamo viviamo, ma nel Parco sono in primo piano da oltre 20 anni e, proprio negli ultimi tempi, si stanno vedendo i risultati del lavoro portato avanti dall’uomo per preservare la natura, tra cui lo studio degli effetti dei cambiamenti climatici. Risultato tangibile dell’impegno di questi anni, sono l’ingresso nella prestigiosa Green List dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e l’assegnazione del Green Travel Award nella categoria Best Green Destination Italia» riferisce il commissario straordinario del Parco, Italo Cerise, che è stato presidente dal 2011 al 2016 e poi dal 2016 al 2022 (oltre ad essere già stato nominato commissario nel 2010). «Superati i contrasti degli anni Settanta e Ottanta - ancora Italo Cerise - quando i vincoli a cui erano sottoposti i territori e i Comuni nell’area protetta venivano vissuti solo come forti limitazioni, ora la strada è aperta e i benefici sono evidenti: vivere il Parco oggi è davvero un valore aggiunto per tutti».

Nel corso di questi 100 anni, il Parco del Gran Paradiso ha visto nel mantenimento della biodiversità del paesaggio, nella ricerca scientifica e nello sviluppo sostenibile del proprio territorio le finalità principali attraverso le quali mantenere inalterati i valori naturalistici ed ambientali, migliorandone la conoscenza ed il rispetto. Già nel 1856 Re Vittorio Emanuele II aveva dichiarato riserva reale di caccia le montagne del Gran Paradiso, salvando in questo modo dall'estinzione lo stambecco che in quegli anni aveva ridotto la sua popolazione a livelli allarmanti. «Il Re formò un corpo di guardie specializzate e fece costruire sentieri e mulattiere che ancora oggi costituiscono l’ossatura viaria per la protezione della fauna da parte dei guardaparco e formano il nucleo dei sentieri escursionistici. - spiega Italo Cerise - Nel 1919 Re Vittorio Emanuele III si dichiarò disposto a regalare allo Stato italiano i 2.100 ettari della riserva di caccia, purché vi creasse un parco nazionale. Il 3 dicembre 1922 veniva istituito il primo parco nazionale italiano, quello del Gran Paradiso, con il fine di conservare per le generazioni presenti e future, gli ecosistemi di rilievo internazionale e nazionale delle valli attorno al massiccio del Gran Paradiso». Il Parco che si estende su 71 mila ettari di superficie e su 5 valli, oggi registra milioni di presenze annuali, e vanta una rete di sentieri di 850 chilometri e 10 centri visitatori. Uno dei nodi scoperti resta però la carenza di personale. «L’organico attualmente è sottodimensionato di un quarto, rispetto alle 88 figure che sarebbero necessarie. - aggiunge Italo Cerise - Non solo mancano figure nel corpo di sorveglianza, che attualmente sono 45, mentre invece ne servirebbero 66, ma anche amministrativi. I tagli delle ultime spending rewiew ci hanno penalizzato fortemente».

Il recente concorso per i 9 posti da guardaparco ha visto oltre 1.106 adesioni da parte di candidati provenienti da tutta Italia e dall’estero. «In realtà alla preselezione se ne sono presentati 600 e alle prove hanno avuto accesso solo in 80. Ma 9 figure sono comunque poche anche se le graduatorie a cui potremmo poi eventualmente attingere resteranno aperte per qualche anno». Come si spiega una adesione così massiccia? «La figura del guardaparco è sicuramente un po’ idealizzata, - risponde Italo Cerise - anche se si tratta di un mestiere molto faticoso e non adatto a tutti, dal punto di vista fisico e anche psicologico. Richiede forza fisica, e anche molto equilibrio. E’ un mestiere che, per quanto straordinario, logora molto e richiede un enorme dispendio di energie».

Il commissario straordinario (in carica dal mese di ottobre) chiarisce infine la sua particolare posizione. La nomina di un nuovo presidente (e dopo 2 mandati come nel caso di Cerise, non può essere rinominato) segue un iter piuttosto complesso; il nuovo consiglio direttivo (che eleggerà poi il presidente) deve essere individuato da diversi organi tra cui i rappresentanti del Ministero dell’Ambiente e dell’Agricoltura, delle 2 regioni (Piemonte e Valle d’Aosta), dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale-Ispra e dai rappresentanti delle associazioni ambientaliste. L’incarico di commissario dura 3 mesi; all’inizio del prossimo anno dovrebbe essere nominato il nuovo presidente dell’ente. Infine uno sguardo al futuro. L’evento di sabato 3 dicembre sarà occasione per festeggiare il riconoscimento della Carta Europea del Turismo Sostenibile conferita di recente da Europarc al Gran Paradiso. «Si tratta di un piano che si basa su 100 azioni, da portare avanti nei prossimi anni, in sinergia con il territorio, e per noi è un grosso stimolo a continuare a lavora in questa direzione. - conclude Italo Cerise - La carta si basa sul principio di valorizzazione delle biodiversità, sull’accessibilità in sicurezza da parte dei visitatori, sul mantenimento in ottimo stato della segnaletica. La strada è tracciata, ora ci attendono nuovi traguardi».

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