Si completa il riordino fondiario di Arlier L’envers di Chambave ha cambiato aspetto
Sono in corso nell’envers di Chambave i lavori di riordino fondiario di 5 ettari di terreno, gli ultimi per completare la sistemazione di tutta la zona di Arlier.
«Il riordino dell’intera area è stato avviato dopo l’alluvione del Duemila. - spiega Felicino Perraillon, presidente del consorzio di miglioramento fondiario “L’Envers” di Chambave - I primi interventi sono iniziati nel 2003. Quelli attuali dovranno essere chiusi entro il 2024». Un’opera quindi più che ventennale, che sta portando - un passo alla volta - alla riqualificazione ambientale dell’envers di Chambave. Già adesso, con i lavori non ancora conclusi, si può ammirare - transitando lungo la strada statale o l’autostrada - come l’aspetto sia assai più armonioso e gradevole rispetto al passato, con le belle aree già ripristinate a vigna e a prato tra Septumian e Arlier.
«Sicuramente si tratta di un’opera che ha migliorato a livello visivo l’aspetto di Chambave, dando all’envers un bel colpo d’occhio. - conferma il sindaco Marco Vesan - Anche all’adret è stato concluso lo scorso anno un riordino di 5 ettari di vigneti. L’impatto per il nostro paese è estremamente positivo».
«I lavori in corso, eseguiti dall’impresa Tercinod Cometto di Aosta, prevedono lo spietramento e lo spianamento dei terreni, con la realizzazione dell’impianto di irrigazione a pioggia. - entra nel dettaglio il presidente del consorzio Felicino Perraillon - In seguito si provvederà, sempre entro il 2024, ad eseguire la ricomposizione fondiaria di questi ultimi 5 ettari, con l’appezzamento minimo previsto di 1.000 metri quadri. Il costo dei lavori in questione ammonta a 405mila euro».
«Completare il lavoro di riordino di Arlier rappresenta una bella soddisfazione. - conclude Felicino Perraillon - Il villaggio ha un altro aspetto, il panorama è più bello e anche dal punto di vista della sicurezza la situazione è stata migliorata perché prima c’era il bosco fino alle immediate vicinanze delle case, con il conseguente rischio di incendi».