“Shiatsu in Oncologia”: un modo per rendere più umane le cure “I risultati sono strabilianti”

Avevamo scritto in era pre-Covid di Chiara Buffoli, una ragazza che scelse di partire circa quattro anni fa da un paesino sulle rive del Lago di Garda per trasferirsi nella nostra regione. Lei, operatrice di quella terapia non convenzionale che è lo Shiatsu e di riflessologia plantare, si propose allora per poter effettuare da volontaria trattamenti di queste due pratiche a pazienti del reparto di Oncologia e del Day Hospital che dovevano seguire la chemioterapia, con la Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) Valle d’Aosta che scelse di sostenerla sperimentalmente per un periodo. Il riscontro di tali trattamenti fu positivo tanto che la sua proposta ottenne sempre più adesioni, subendo però poi una battuta d’arresto a causa delle restrizioni per il Covid.

Questa coraggiosa giovane donna di 28 anni non si è rassegnata e ha deciso di elaborare un percorso di benessere denominato “21 giorni”, che ha rappresentato in quel periodo uno dei pochi progetti in Italia di supporto a distanza grazie a pratiche di meditazione, medicina cinese, respirazione, scrittura creativa e autotrattamenti guidati. Il nome derivava dal fatto che proprio per 21 giorni al mese Chiara Buffoli metteva a disposizione delle persone interessate video-lezioni da trenta minuti ciascuna.

Da qualche mese è invece operativo il suo progetto “Shiatsu in Oncologia” all’Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta. «Si tratta di un’attività finanziata dalla Lilt Valle d’Aosta che permette ai pazienti del Day Hospital Oncologico di giovare di coccole, chiacchiere e rilassamento. - spiega Chiara Buffoli - Tratto i pazienti durante la chemioterapia e questo servizio ritenuto di grande utilità è ricominciato da ottobre dello scorso anno con tutte le accortezze ancora richieste quali l’impiego dei guanti e della mascherina. I primi risultati che sono stati osservati a seguito di questi trattamenti sono, oserei dire, strabilianti, e questo probabilmente a causa del fatto che i pazienti arrivano qui completamente soli perché a causa del lockdown nessuno può più accompagnarli e questo fatto provoca nelle persone durante le prime terapie un aumento dello stress e dell’ansia. La mia presenza dunque ha fatto sì che io venga definita “un fiore nel deserto” o anche “un piccolo folletto colorato che gira per le stanze”». «Io cerco di portare in questi contesti un sorriso aprendomi io per prima con i pazienti, e cercando di ascoltarli e di distoglierli da certi loro brutti pensieri. - prosegue Chiara Buffoli - Ci si confronta e si parla di viaggi. Oppure se qualcuno possiede un orto lo aiuto a portare la sua attenzione su quello. Anche tramite delle idee sulle quali lavorare, semino di positività nelle loro giornate. Il mio ruolo, al di là dei trattamenti, è diventato quello di essere un po’ da supporto, e sia io che la Lilt abbiamo raccolto tantissime testimonianze di persone molto contente di questo progetto ed analoghe sensazioni positive ci sono state riportate dagli infermieri e dal caposala».

Chiara Buffoli ha conseguito il primo, secondo, terzo e quarto livello di Riflessologia plantare a Venezia ed il diploma di consulente in Nutrizione ed Erboristeria psicosomatica. Ha frequentato inoltre corsi di Shiatsu e di operatore in ambito erboristico. Di recente ha scritto il libro “NON è SOLO un tumore: Shiatsu in Oncologia”, tratto da storie ed esperienze reali e avente per principale obbiettivo l’essere di supporto agli operatori olistici che vogliano introdursi nelle strutture sanitarie. La pubblicazione in questione è in vendita sia su Amazon al prezzo di 16 euro che nella sede della Lilt Valle d’Aosta. Altre informazioni su questa iniziativa si possonno trovare sul sito www.chiarabuffoli.com o contattandola al 345 8375335 oppure ancora scrivendole all’indirizzo: chiarabuffoli.benessere@gmail.com.